- Aida Blanchett
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Benzodiazepine e congeneri ❖ Vulvodinia.info
Mer 27 Ott 2010, 19:10
Benzodiazepine e congeneri
scritto da Frens, farmacista.Si tratta di medicinali che appartengono alla famiglia dei tranquillanti minori, utilizzati in caso di insonnia, in vari tipi di disturbi di ansia, malattie psicosomatiche a carico dell'apparato cardiovascolare e gastrointestinale, come miorilassanti, come antiepilettici, e in preanestesia (per rilassare il paziente e ridurre la dose di anestetico generale, in quanto le 2 molecole assieme hanno un effetto sinergico).
scritto da Frens, farmacista.Si tratta di medicinali che appartengono alla famiglia dei tranquillanti minori, utilizzati in caso di insonnia, in vari tipi di disturbi di ansia, malattie psicosomatiche a carico dell'apparato cardiovascolare e gastrointestinale, come miorilassanti, come antiepilettici, e in preanestesia (per rilassare il paziente e ridurre la dose di anestetico generale, in quanto le 2 molecole assieme hanno un effetto sinergico).
Sono classificati come stupefacenti, questo è bene ricordarlo, per gli effetti che danno sull'organismo e che vedremo. Per questa motivazione devono strettamente e obbligatoriamente essere somministrati sotto stretto controllo medico.
La differenza tra le miriadi di molecole presenti sul mercato consiste sopratutto nei diversi tempi di dimezzamento del medicinale, e, in alcuni casi, della selettività dello stesso. Esistono infatti alcune molecole che hanno una spiccata attività anticonvulsivante e che trovano impiego come antiepilettici, e altre che vengono utilizzate nel trattamento dell'insonnia, o dei disturbi d'ansia, o come miorilassanti.
L'attività consiste nel potenziamento della trasmissione del neurotrasmettitore GABA, che è un neurotrasmettitore inibitorio, da qui i vari effetti che possiamo descrivere.
Sono molecole che agiscono determinando uno stato di sedazione avvertito come piacevole, ottundimento delle emozioni, ed effetto amnesico. Per un utilizzo prolungato, si possono verificare tolleranza (ovvero la dose che prima era efficace ora non lo è più e devo aumentare la quantità di farmaco), e dipendenza, mentre se la somministrazione viene interrotta bruscamente, ci possono essere degli effetti di rimbalzo tra cui convulsioni, ipereccitabilità, insonnia. Per questa ragione questi farmaci vanno somministrati a partire dalla dose più bassa e poi aumentati gradualmente fino ad arrivare alla dose ottimale per il soggetto, e poi gradualmente sospesi.
Il rischio di tolleranza e dipendenza è tanto maggiore quanto maggiore è la durata del trattamento.
Per trattare una contrattura e/o fibromialgia non è raro imbatterci in questi farmaci, per l'azione miorilassante che sono in grado di esplicare. Nel nostro caso vengono somministrati in gocce, fino ad una dose massima di 20 gtt, ma già 10 spesso possono rivelarsi efficaci. La somministrazione generalmente non va oltre ai 2 mesi di tempo, e avviene con le modalità descritte sopra. Per cui in questo ambito, e se il farmaco viene usato correttamente e sotto controllo medico, il rischio di tolleranza e dipendenza è molto ridotto.
La differenza tra le miriadi di molecole presenti sul mercato consiste sopratutto nei diversi tempi di dimezzamento del medicinale, e, in alcuni casi, della selettività dello stesso. Esistono infatti alcune molecole che hanno una spiccata attività anticonvulsivante e che trovano impiego come antiepilettici, e altre che vengono utilizzate nel trattamento dell'insonnia, o dei disturbi d'ansia, o come miorilassanti.
L'attività consiste nel potenziamento della trasmissione del neurotrasmettitore GABA, che è un neurotrasmettitore inibitorio, da qui i vari effetti che possiamo descrivere.
Sono molecole che agiscono determinando uno stato di sedazione avvertito come piacevole, ottundimento delle emozioni, ed effetto amnesico. Per un utilizzo prolungato, si possono verificare tolleranza (ovvero la dose che prima era efficace ora non lo è più e devo aumentare la quantità di farmaco), e dipendenza, mentre se la somministrazione viene interrotta bruscamente, ci possono essere degli effetti di rimbalzo tra cui convulsioni, ipereccitabilità, insonnia. Per questa ragione questi farmaci vanno somministrati a partire dalla dose più bassa e poi aumentati gradualmente fino ad arrivare alla dose ottimale per il soggetto, e poi gradualmente sospesi.
Il rischio di tolleranza e dipendenza è tanto maggiore quanto maggiore è la durata del trattamento.
Per trattare una contrattura e/o fibromialgia non è raro imbatterci in questi farmaci, per l'azione miorilassante che sono in grado di esplicare. Nel nostro caso vengono somministrati in gocce, fino ad una dose massima di 20 gtt, ma già 10 spesso possono rivelarsi efficaci. La somministrazione generalmente non va oltre ai 2 mesi di tempo, e avviene con le modalità descritte sopra. Per cui in questo ambito, e se il farmaco viene usato correttamente e sotto controllo medico, il rischio di tolleranza e dipendenza è molto ridotto.
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