- Aida Blanchett
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Tutti i consigli vanno seguiti sotto la propria respons-abilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli e autorizzazioni può legalmente ed eticamente sostituirsi.
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Meccanismi dell'apparato genitale femminile • VULVODINIA.INFO
Ven 03 Dic 2010, 16:13
La tonaca mucosa della vagina è costituita da un epitelio pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato che appoggia su una tonaca propria. L’epitelio presenta una spiccata sensibilità agli stimoli ormonali steroidei, in particolare agli estrogeni (6). L’effetto biologico degli steroidi ovarici si manifesta soprattutto a livello dell’epitelio vaginale, le cui caratteristiche morfologiche e funzionali variano in rapporto all’età della donna e alle fasi del ciclo mestruale.
Durante la fase follicolare del ciclo mestruale, gli estrogeni inducono una intensa proliferazione dello strato basale e parabasale dell’epitelio; le cellule degli strati intermedio e quello superficiale presentano un progressivo aumento di spessore che raggiunge il massimo in fase ovulatoria. Aumenta il numero delle giunzioni desmosomiche e diviene particolarmente intensa la sintesi dei filamenti, con conseguente maggiore coesione dell’epitelio. Nelle cellule degli strati intermedi e superficiale si verifica un progressivo accumulo di glicogenoman mano che si passa dalla fase follicolare precoce a quella tardiva.
Alla fase dell’ovulazione le cellule superficiali, completamente differenziate ma debolmente legate tra loro per le scarse giunzioni intercellulari, desquamano abbondantemente. In seguito al picco preovulatorio degli estrogeni le cellule degli strati basale e parabasale presentano nel loro citoplasma gocce lipidiche.
Durante la fase luteinica il progesterone riduce la proliferazione cellulare e inibisce la differenziazione cellulare per cui la loro maturazione si arresta a livello dello strato intermedio, le cui cellule, in seguito alla desquamazione dello strato superficiale, si trovano ad affiorare nel lume vaginale (1).
Il collo dell’utero partecipa attivamente alla migrazione degli spermatozoi dalla vagina alla cavità uterina comportandosi come una valvola che ne permette il passaggio in certi periodi del ciclo mestruale e lo ostacola in altri. Per quanto riguarda le modificazioni morfofunzionali cui il collo uterino va incontro durante le varie fasi del ciclo, va detto che è a carico del muco cervicale che l’azione degli steroidi ovarici provocano gli effetti più evidenti e caratteristici. Il muco cervicale è essenzialmente il prodotto della secrezione delle cellule endocervicali, a cui si aggiungono piccole quantità di fluidi provenienti dall’endometrio, dalle tube e, probabilmente, dal follicolo rotto. Nel corso del ciclo mestruale la quantità e le proprietà biofisiche e biochimiche del muco cervicale subiscono notevoli modificazioni in relazione alle variazioni fisiologiche dei livelli circolanti degli steroidi ovarici. Infatti nella fase follicolare e ovulatoria per un aumento degli estrogeni si ha un aumento della secrezione delle cellule delle cripte endocervicali con maggior produzione di muco. Parallelamente alle variazioni quantitative del muco cervicale, si osservano variazioni qualitative che interessano soprattutto la viscosità e la composizione chimica della secrezione. Il muco cervicale subisce una fluidificazione: un muco che diviene filante, acquoso, acellulare, alcalino e facilmente penetrabile dagli spermatozoi. Se lasciato essiccare su un vetrino portaoggetti presenta la caratteristica cristallizzazione a “ foglia di felce”.
Nella fase luteale il progesterone inibisce l’attività secretoria delle stesse cripte provocando la produzione di un muco vischioso, torbido e quindi poco penetrabile dagli spermatozoi. Bisogna tuttavia tenere presente che le variazioni quantitative e qualitative del muco cervicale avvengono in un breve tempo ( 24-48 ore) e solo in presenza di elevati livelli plasmatici di estrogeni. A differenza di altri organi bersaglio, quali l’endometrio, che mostrano durante il ciclo progressive modificazioni in rapporto anche a minime variazioni di quantità di steroidi ovarici, il muco cervicale è sensibile solo alle massime variazioni ormonali che si verificano nella fase periovulatoria.
Gli steroidi ovarici agiscono anche sulla muscolatura del collo uterino: gli estrogeni, che raggiungono i massimi livelli ematici nella fase ovulatoria, provocano una riduzione del tono di base delle fibrocellule muscolari, che porta all’apertura dell’orifizio uterino esterno ed interno (che passa da uno a tre millimetri di diametro).
Nella fase luteale, due o tre giorni dopo l’ovulazione, l’orifizio uterino interno ed esterno riprendono l’aspetto abituale per dilatarsi nuovamente nella fase mestruale per permettere la fuoriuscita dell’endometrio sfaldato.
Nel corso del ciclo mestruale l’endometrio è il tessuto che risente maggiormente delle variazioni degli steroidi ovarici e va incontro a una serie di modificazioni che rappresentano l’espessione degli effetti di estrogeni e progesterone. L’endometrio è composto di due strati: uno strato basale più profondo e uno strato superficiale rappresentato dall’epitelio superficiale, dalle ghiandole endometriali e dallo stroma.
Lo strato superficiale viene suddiviso in uno strato compatto, quello più vicino alla superficie, e uno strato spugnoso, quello dove prevalgono le ghiandole. La peculiarità dello strato superficiale dell’endometrio è l’elevata sensibilità alle azioni ormonali e per tale motivo si parla anche di strato funzionale dell’endometrio (1). Lo strato basale, molto sottile, è privo di recettori per estrogeni e progesterone, pertanto non è sensibile all’azione degli steroidi ovarici. È da questo strato che dopo lo sfaldamento mestruale dell’endometrio si rigenera
un endometrio funzionale che crescerà sotto stimolazione estrogenica (7). Le modificazioni a cui è soggetto l’endometrio durante le fasi del ciclo mestruale vengono suddivise in:
- fase rigenerativa
- fase proliferativa
- fase secretiva
- fase desquamativa o mestruale
La fase rigenerativa si caratterizza per la ricostruzione dell’epitelio superficiale partendo dallo strato endometriale basale che non è ormono sensibile. La rigenerazione dei tubuli ghiandolari piccoli a lume stretto, con decorso rettilineo e breve avviene spontaneamente dopo la fase desquamativa del precedente ciclo senza stimoli ormonali.
Nella fase proliferativa prevale l’azione degli estrogeni che entrano passivamente nelle cellule dello strato superficiale e, legandosi poi a specifici recettori, inducono la sintesi proteica e la crescita delle ghiandole e dello stroma. Le strutture ghiandolari aumentano di volume e di numero con la crescita delle arteriole spirali endometriali conferendo alla parte centrale dell’endometrio un aspetto tipicamente “spugnoso”. La massima attività mitotica e secretiva ghiandolare si ha nella fase preovulatoria del ciclo mestruale.
La fase secretiva inizia dopo 48 ore dall’ovulazione ed è caratterizzata da ghiandole che aumentano di volume e di tortuosità, con uno stroma molto edematoso. Contemporaneamente le arteriole spirali diventano più evidenti, si allungano e si ispessiscono. Nella fase premestruale si hanno modificazioni prevalentemente dello stroma: fenomeni predeciduali della zona superficiale con infiltrazione di linfociti, leucociti polimorfonucleati e macrofagi ricchi di enzimi proteolitici.
Se non c’è stato il concepimento e quindi non è iniziata una gravidanza, l’endometrio va incontro al processo di sfaldamento: si ha un accumulo di cellule ematiche negli spazi intercellulari sotto l’epitelio di superficie. Si verifica una lacerazione della superficie e si sollevano frammenti di stroma e di ghiandole spezzate. La desquamazione degli strati più superficiali verso i basali si verifica in media in 3-4 giorni. Sono varie le ipotesi per spiegare l’evento mestruazione, ma nessuna di queste da sola può spiegare completamente tale fenomeno.
Pertanto la mestruazione può essere spiegata da molteplici fattori, di carattere biologico, vascolare ed ormonale che coagiscono per determinare l’insorgenza del flusso mestruale.
Solo nel caso che si sia verificato il concepimento il corpo luteo diviene “corpo luteo gravidico” e conserva l’attività di secrezione del progesterone mantenendo in fase secretrice l’endometrio. La diagnosi di gravidanza così può essere formulata il giorno stesso o un giorno prima della data presunta della mestruazione, anche in assenza di villi coriali o di elementi embrionali insediati nell’endometrio.
La tuba è molto sensibile all’azione degli steroidi gonadici che agiscono sull’attività delle cellule secernenti e sulla motilità tubarica. Tali azioni sono biologicamente importanti perché hanno lo scopo di facilitare la captazione e il trasporto dell’ovocita, di favorirne la fecondazione con gli spermatozoi e successivamente trasportare l’embrione verso la cavità uterina. La tonaca mucosa è costituita da un epitelio cilindrico ciliato monostratificato. Le cellule ciliate si alternano a cellule secernenti e a cellule di sostegno ed il rapporto numerico tra le cellule ciliate e quelle secernenti cambia durante il ciclo mestruale proprio per l’effetto degli steroidi sessuali (8).
Durante la fase follicolare l’aumento degli estrogeni determina un ispessimento dell’epitelio di rivestimento della tuba e le cellule secernenti aumentano di volume a tal punto che, nella fase ovulatoria, la loro parte apicale protrude sulla superficie epiteliale. Durante la fase ovulatoria le cellule ciliate hanno ciglia più lunghe e dotate di movimenti più accentuati e sincroni che hanno una direzione univoca dalla porzione ampollare verso la cavità uterina. Va ricordato inoltre che i livelli estrogenici agiscono sulla contrattilità e sulla eccitabilità della muscolatura tubarica, accentuando movimenti di tipo antiperistaltico.
È stato di recente dimostrato che l’azione peristaltica delle tube ha un maggior ruolo nel guidare l’ovocita dalla porzione ampollare verso l’utero molto più di quanto non faccia il movimento ciliare delle cellule epiteliali.
Durante la fase luteale, sotto l’azione del progesterone, le cellule secretorie riversano nel lume tubarico il loro secreto accumulatosi durante la fase follicolare, quindi lo spessore dell’epitelio diminuisce e la sua superficie diventa irregolare ed assume un aspetto “merlato”. La salita del progesterone in fase luteale riduce l’attività contrattile delle tube facendo quindi ridurre l’ampiezza e la frequenza delle contrazioni delle muscolatura tubarica.
Durante la mestruazione l’aspetto dell’epitelio tubarico si modifica di nuovo: le cellule si presentano appiattite, con limiti netti e la motilità tubarica è notevolmente aumentata con frequenti contrazioni toniche.
Durante la fase follicolare del ciclo mestruale, gli estrogeni inducono una intensa proliferazione dello strato basale e parabasale dell’epitelio; le cellule degli strati intermedio e quello superficiale presentano un progressivo aumento di spessore che raggiunge il massimo in fase ovulatoria. Aumenta il numero delle giunzioni desmosomiche e diviene particolarmente intensa la sintesi dei filamenti, con conseguente maggiore coesione dell’epitelio. Nelle cellule degli strati intermedi e superficiale si verifica un progressivo accumulo di glicogenoman mano che si passa dalla fase follicolare precoce a quella tardiva.
Alla fase dell’ovulazione le cellule superficiali, completamente differenziate ma debolmente legate tra loro per le scarse giunzioni intercellulari, desquamano abbondantemente. In seguito al picco preovulatorio degli estrogeni le cellule degli strati basale e parabasale presentano nel loro citoplasma gocce lipidiche.
Durante la fase luteinica il progesterone riduce la proliferazione cellulare e inibisce la differenziazione cellulare per cui la loro maturazione si arresta a livello dello strato intermedio, le cui cellule, in seguito alla desquamazione dello strato superficiale, si trovano ad affiorare nel lume vaginale (1).
Il collo dell’utero partecipa attivamente alla migrazione degli spermatozoi dalla vagina alla cavità uterina comportandosi come una valvola che ne permette il passaggio in certi periodi del ciclo mestruale e lo ostacola in altri. Per quanto riguarda le modificazioni morfofunzionali cui il collo uterino va incontro durante le varie fasi del ciclo, va detto che è a carico del muco cervicale che l’azione degli steroidi ovarici provocano gli effetti più evidenti e caratteristici. Il muco cervicale è essenzialmente il prodotto della secrezione delle cellule endocervicali, a cui si aggiungono piccole quantità di fluidi provenienti dall’endometrio, dalle tube e, probabilmente, dal follicolo rotto. Nel corso del ciclo mestruale la quantità e le proprietà biofisiche e biochimiche del muco cervicale subiscono notevoli modificazioni in relazione alle variazioni fisiologiche dei livelli circolanti degli steroidi ovarici. Infatti nella fase follicolare e ovulatoria per un aumento degli estrogeni si ha un aumento della secrezione delle cellule delle cripte endocervicali con maggior produzione di muco. Parallelamente alle variazioni quantitative del muco cervicale, si osservano variazioni qualitative che interessano soprattutto la viscosità e la composizione chimica della secrezione. Il muco cervicale subisce una fluidificazione: un muco che diviene filante, acquoso, acellulare, alcalino e facilmente penetrabile dagli spermatozoi. Se lasciato essiccare su un vetrino portaoggetti presenta la caratteristica cristallizzazione a “ foglia di felce”.
Nella fase luteale il progesterone inibisce l’attività secretoria delle stesse cripte provocando la produzione di un muco vischioso, torbido e quindi poco penetrabile dagli spermatozoi. Bisogna tuttavia tenere presente che le variazioni quantitative e qualitative del muco cervicale avvengono in un breve tempo ( 24-48 ore) e solo in presenza di elevati livelli plasmatici di estrogeni. A differenza di altri organi bersaglio, quali l’endometrio, che mostrano durante il ciclo progressive modificazioni in rapporto anche a minime variazioni di quantità di steroidi ovarici, il muco cervicale è sensibile solo alle massime variazioni ormonali che si verificano nella fase periovulatoria.
Gli steroidi ovarici agiscono anche sulla muscolatura del collo uterino: gli estrogeni, che raggiungono i massimi livelli ematici nella fase ovulatoria, provocano una riduzione del tono di base delle fibrocellule muscolari, che porta all’apertura dell’orifizio uterino esterno ed interno (che passa da uno a tre millimetri di diametro).
Nella fase luteale, due o tre giorni dopo l’ovulazione, l’orifizio uterino interno ed esterno riprendono l’aspetto abituale per dilatarsi nuovamente nella fase mestruale per permettere la fuoriuscita dell’endometrio sfaldato.
Nel corso del ciclo mestruale l’endometrio è il tessuto che risente maggiormente delle variazioni degli steroidi ovarici e va incontro a una serie di modificazioni che rappresentano l’espessione degli effetti di estrogeni e progesterone. L’endometrio è composto di due strati: uno strato basale più profondo e uno strato superficiale rappresentato dall’epitelio superficiale, dalle ghiandole endometriali e dallo stroma.
Lo strato superficiale viene suddiviso in uno strato compatto, quello più vicino alla superficie, e uno strato spugnoso, quello dove prevalgono le ghiandole. La peculiarità dello strato superficiale dell’endometrio è l’elevata sensibilità alle azioni ormonali e per tale motivo si parla anche di strato funzionale dell’endometrio (1). Lo strato basale, molto sottile, è privo di recettori per estrogeni e progesterone, pertanto non è sensibile all’azione degli steroidi ovarici. È da questo strato che dopo lo sfaldamento mestruale dell’endometrio si rigenera
un endometrio funzionale che crescerà sotto stimolazione estrogenica (7). Le modificazioni a cui è soggetto l’endometrio durante le fasi del ciclo mestruale vengono suddivise in:
- fase rigenerativa
- fase proliferativa
- fase secretiva
- fase desquamativa o mestruale
La fase rigenerativa si caratterizza per la ricostruzione dell’epitelio superficiale partendo dallo strato endometriale basale che non è ormono sensibile. La rigenerazione dei tubuli ghiandolari piccoli a lume stretto, con decorso rettilineo e breve avviene spontaneamente dopo la fase desquamativa del precedente ciclo senza stimoli ormonali.
Nella fase proliferativa prevale l’azione degli estrogeni che entrano passivamente nelle cellule dello strato superficiale e, legandosi poi a specifici recettori, inducono la sintesi proteica e la crescita delle ghiandole e dello stroma. Le strutture ghiandolari aumentano di volume e di numero con la crescita delle arteriole spirali endometriali conferendo alla parte centrale dell’endometrio un aspetto tipicamente “spugnoso”. La massima attività mitotica e secretiva ghiandolare si ha nella fase preovulatoria del ciclo mestruale.
La fase secretiva inizia dopo 48 ore dall’ovulazione ed è caratterizzata da ghiandole che aumentano di volume e di tortuosità, con uno stroma molto edematoso. Contemporaneamente le arteriole spirali diventano più evidenti, si allungano e si ispessiscono. Nella fase premestruale si hanno modificazioni prevalentemente dello stroma: fenomeni predeciduali della zona superficiale con infiltrazione di linfociti, leucociti polimorfonucleati e macrofagi ricchi di enzimi proteolitici.
Se non c’è stato il concepimento e quindi non è iniziata una gravidanza, l’endometrio va incontro al processo di sfaldamento: si ha un accumulo di cellule ematiche negli spazi intercellulari sotto l’epitelio di superficie. Si verifica una lacerazione della superficie e si sollevano frammenti di stroma e di ghiandole spezzate. La desquamazione degli strati più superficiali verso i basali si verifica in media in 3-4 giorni. Sono varie le ipotesi per spiegare l’evento mestruazione, ma nessuna di queste da sola può spiegare completamente tale fenomeno.
Pertanto la mestruazione può essere spiegata da molteplici fattori, di carattere biologico, vascolare ed ormonale che coagiscono per determinare l’insorgenza del flusso mestruale.
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Re: Meccanismi dell'apparato genitale femminile • VULVODINIA.INFO
Dom 27 Feb 2011, 03:46
L’utilizzo inappropriato ed eccessivo di detergenti e lavande può influenzare il pH vaginale ed impoverire la flora lattobacillare, ma anche il modo non corretto con cui viene espletata l’igiene vaginale e la possibile contaminazione di microrganismi del distretto intestinale e l’uso frequente di biancheria intima sintetica, collant, pantaloni attillati e salvaslip possono favorire la crescita di patogeni o indurre fenomeni di sensibilizzazione.
La vagina ha però un duplice valore nel suo essere organo effettore della sessualità: biologico e psico-relazionale. Infatti, l’integrità del suo equilibrio è determinate per il meccanismo dell’eccitazione genitale. Per riassumere brevemente le attuali conoscenze riguardo alla vasocongestione vaginale e all’aumento della lubrificazione durantel’eccitamento genitale indotto dall’eccitamento soggettivo e dalla
stimolazione diretta, è verosimile che la dilatazione delle arteriole vaginali determinata dal peptide intestinale vasoattivo (VIP),dall’ossido nitrico (NO) e da altri neurotrasmettitori non noti, e lacostrizione venosa associata al neuropeptide Y (NPY) siano alla base dell’aumento della formazione di liquido a livello interstiziale apartire dai capillari sottomucosi vaginali. Il trasudato neurogeno filtra attraverso le cellule epiteliali nel lume con una minore concentrazione di potassio e una maggiore concentrazione di sodio rispetto alla stato di non eccitamento, comportando un innalzamento del pH. L’intero processo emodinamico è governato dagli estrogeni. Anche lepiccole labbra partecipano alla formazione di un trasudato con le stessemodalità e l’NO svolge un ruolo dominante androgeno- ed estrogeno-dipendente nella vasocongestione dei corpi cavernosi clitoridei ed è probabilmente coinvolto, insieme alle prostaglandine, nella regolazione del tono della muscolatura liscia clitoridea.
http://www.ecosistemavaginale.it/vagina%20sesso.html
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Precisazione su tonaca mucosa vaginale, epitelio di transizione
Sab 15 Ott 2011, 23:48
Nell’embrione fino ad una certa fase della vita intrauterina non esistono ancora né la vagina né l’uretra; al loro posto si trova una unica cavità denominata Cloaca in cui si raccolgono l’urina ed anche le feci.
Solo dopo tale periodo i diversi organi si differenziano ma sia il collo vescicale che l’uretra conservano, anche nella vita adulta, il ricordo della comune origine che è differente da quella della via escretrice urinaria derivata da un altro organo fetale denominato “Dotto di Wolf".
Infatti,
Anche l’uretra ed il collo vescicale si comportano in modo del tutto simile tanto che si parla di Cistopatia Disendocrina proprio per indicare queste forme di cistite recidivante postmenopausale che sono frequentemente associate con un grado più o meno marcato di Distrofia Vaginale.
Controprova di quanto affermato è il fatto che queste pazienti ,in assenza di altre concause, guariscono con terapia estrogenica topica (in pomata)se protratta per periodi di tempo sufficienti.
http://www.salutedonna.it/problemi%20urologici%20in%20menopausa.htmSolo dopo tale periodo i diversi organi si differenziano ma sia il collo vescicale che l’uretra conservano, anche nella vita adulta, il ricordo della comune origine che è differente da quella della via escretrice urinaria derivata da un altro organo fetale denominato “Dotto di Wolf".
Infatti,
l’epitelio (la mucosa) che riveste l’uretra ed il collo vescicale è identico a quello vaginale ( Epitelio Pavimentoso ) e differente da quello che riveste la restante parte della vescica che, a sua volta, è invece identico a quello della via escretrice superiore (Epitelio di Transizione).
Tutto questo è molto importante; infatti se si tiene conto che:il trofismo dell’epitelio vaginale è sotto controllo estrogenico se ne deduce in base alla comune derivazione embriologica che anche il trofismo dell’epitelio del collo vescicale e dell’uretra deve essere sotto controllo estrogenico. Pertanto quello che si verifica nella vagina quando mancano gli estrogeni succede anche nell’uretra.
La vagina, dopo periodi lunghi di deprivazione estrogenica, va incontro ad una atrofia epiteliale importante che prende il nome di Distrofia Vaginale Senile. In pratica diviene più sottile e la sua superficie diviene più ruvida e friabile . In queste condizione diventa molto più probabile che germi normalmente non patogeni divengano aggressivi od anche che germi patogeni che normalmente sarebbero stati eliminati possano invece colonizzare l’epitelio determinando degli episodi di Vaginite che possono essere così frequenti da cronicizzarsi (Vaginite Cronica Atrofica).Anche l’uretra ed il collo vescicale si comportano in modo del tutto simile tanto che si parla di Cistopatia Disendocrina proprio per indicare queste forme di cistite recidivante postmenopausale che sono frequentemente associate con un grado più o meno marcato di Distrofia Vaginale.
Controprova di quanto affermato è il fatto che queste pazienti ,in assenza di altre concause, guariscono con terapia estrogenica topica (in pomata)se protratta per periodi di tempo sufficienti.
E questa era un' altra mia ricerca http://cistite.info/forum/viewtopic.php?f=79&t=1883#p59313 (settembre 2010)
Vi rammento il legame ormoni-vulvodinia --> https://www.vulvodiniapuntoinfo.com/t36-vulvodinia-etiopatogenesi-nascita-e-sviluppo-della-malattia-e-semeiologia-interpretazione-sintomatologia-e-segni-della-malattia-mastocita-polimorfismo-genico-ipertono-pavimento-pelvico#8586
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