Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
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Aida Blanchett
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- Aida Blanchett
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Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Sab 23 Ott 2010, 03:49
Lattoferrina
La lattoferrina (o lattotransferrina) è una glicoproteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice. Nota ormai da tempo (scoperta da Sorensen e Sorensen nel latte vaccino nel 1939), è stata recentemente rivalutata per le sue proprietà antiossidanti, immunomodulatrici ed antinfettive.
Tipica del latte, come il nome stesso fa intuire, la lattoferrina è presente anche in varie secrezioni mucose, come lacrime e saliva. Più abbondante nel colostro rispetto al latte di transizione e di mantenimento, la lattoferrina è inoltre tipica dei granulociti neutrofili, cellule immunitarie con funzioni di difesa da infezioni batteriche e fungine. Le proprietà antimicrobiche della lattoferrina sono principalmente dovute alla capacità di legare il ferro, sottraendolo al metabolismo di quelle specie batteriche - come l'Escherichia coli - che dipendono da esso per la propria moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale (effetto batteriostatico); ha inoltre un'azione antibatterica diretta (battericida), grazie alla capacità di ledere gli strati più esterni della membrana cellulare (LPS) di alcune specie batteriche GRAM negative. Non è quindi un caso che la lattoferrina venga sfruttata anche dall'industria alimentare per trattare le carcasse di manzo e proteggerle dalla contaminazione batterica di superficie. Similmente, non è casuale nemmeno il fatto che la lattoferrina si concentri a livello di molte mucose, che per definizione sono quegli strati di cellule che tappezzano la superficie interna delle cavità e dei canali dell'organismo comunicanti con l'esterno, e come tali esposti agli attacchi dei patogeni.
L'effetto antivirale della lattoferrina è relazionato alla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo l'ingresso del virus e bloccando l'infezione sul nascere; tale meccanismo è apparso efficace contro l' Herpes simplex, i citomegalovirus, e l'HIV.
Esistono anche evidenze circa un possibile ruolo della lattoferrina come agente antitumorale, dimostrato in numerose occasioni su tumori chimicamente indotti in ratti da laboratorio.
La capacità della lattoferrina di legare lo ione ferrico (Fe3+) è due volte superiore alla transferrina, la principale proteina plasmatica deputata al trasporto del ferro nel torrente circolatorio (entrambe fanno parte della stessa famiglia di proteine - dette transferrine - capaci di legare e trasferire ioni Fe3+). Ogni molecola di lattoferrina può legare a sé due ioni ferrici ed in base a tale saturazione può esistere in tre forme distinte: apolattoferrina (priva di ferro), lattoferrina monoferrica (legata ad un solo ione ferrico) e ololattoferrina (che lega a sé due ioni ferrici). L'attività della proteina viene mantenuta anche in ambienti acidi ed in presenza degli enzimi proteolitici, inclusi quelli secreti dai microorganismi.
Come anticipato, il primo latte che la donna produce dopo il parto, il colostro, è particolarmente ricco di lattoferrina, che favorisce lo sviluppo di batteri intestinali benefici, aiutando il piccolo a debellare i patogeni responsabili delle gastroenteriti (coliche del neonato). Con il passare dei giorni la quantità di lattoferrina si riduce, parallelamente allo sviluppo delle difese immunitarie del piccolo. Questo è il motivo per cui le concentrazioni di lattoferrina nel latte vaccino sono piuttosto variabili (le mucche vengono munte molto a lungo dopo la nascita del vitello). ALCUNI DATI: concentrazione di lattoferrina nel plasma venoso umano: 0.12 μg/ml; concentrazione di lattoferrina nel colostro umano: 3.1–6.7 mg/ml; lattoferrina nel latte umano: 1.0–3.2 mg/ml; lattoferrina nel latte vaccino: molto variabile, in letteratura da 1.15 μg/ml a 485.63 μg/ml.
Nel bambino la lattoferrina è anche un'importante fonte di ferro e ne facilita l'assorbimento. Il ferro è l'unico minerale presente nel latte materno in quantità inferiori rispetto ai fabbisogni del lattante; tale deficit viene comunque colmato dalle scorte accumulate durante la vita fetale (il latte materno è senza dubbio l'alimento più raccomandabile per il neonato, in quanto fornisce tutti gli elementi nutritivi ma soprattutto li contiene nelle giuste proporzioni).
La capacità della lattoferrina di legare il ferro ne suggerisce anche un possibile ruolo come agente antiossidante. Sequestrando il ferro in eccesso, impedisce infatti che questo produca i ben noti effetti pro-ossidanti (Fe2+ + H2O2 → Fe3+ + OH· + OH−).
Recenti studi hanno ascritto alla lattoferrina proprietà promotrici sull'attività degli osteoblasti e dei condrociti, cellule rispettivamente deputate alla produzione di tessuto osseo e cartilagineo.
In diagnostica, le concentrazioni di lattoferrina nelle feci possono essere valutate per ricercare la presenza di malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Queste patologie, infatti, si accompagnano tipicamente ad un aumento della lattoferrina fecale.
Lattoferrina come integratore
Discreta è la mole di studi sulle proprietà immunomodulanti della lattoferrina in modelli umani ed animali. Da molti di questi studi si evince come la lattoferrina sia dotata di interessanti proprietà antinfettive, immunomodulatorie e promotrici di una corretta ecologia intestinale. Durante le terapie antibiotiche, la lattoferrina può da un lato aumentare la suscettibilità dei batteri alla terapie farmacologiche e dall'altro, in sinergia con i probiotici, promuovere la crescita di ceppi batterici intestinali benefici (Lactobacillus o Bifidobacterium) che dipendono meno dalla disponibilità di ferro. Ovviamente una simile strategia terapeutica può essere adottata solo ed esclusivamente previo specifico consiglio medico.
Negli integratori la lattoferrina è generalmente presente insieme a sostanze dotate di azione sinergica, come ceppi probiotici e FOS.
[ Fonte ]
La lattoferrina (o lattotransferrina) è una glicoproteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice. Nota ormai da tempo (scoperta da Sorensen e Sorensen nel latte vaccino nel 1939), è stata recentemente rivalutata per le sue proprietà antiossidanti, immunomodulatrici ed antinfettive.
Tipica del latte, come il nome stesso fa intuire, la lattoferrina è presente anche in varie secrezioni mucose, come lacrime e saliva. Più abbondante nel colostro rispetto al latte di transizione e di mantenimento, la lattoferrina è inoltre tipica dei granulociti neutrofili, cellule immunitarie con funzioni di difesa da infezioni batteriche e fungine. Le proprietà antimicrobiche della lattoferrina sono principalmente dovute alla capacità di legare il ferro, sottraendolo al metabolismo di quelle specie batteriche - come l'Escherichia coli - che dipendono da esso per la propria moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale (effetto batteriostatico); ha inoltre un'azione antibatterica diretta (battericida), grazie alla capacità di ledere gli strati più esterni della membrana cellulare (LPS) di alcune specie batteriche GRAM negative. Non è quindi un caso che la lattoferrina venga sfruttata anche dall'industria alimentare per trattare le carcasse di manzo e proteggerle dalla contaminazione batterica di superficie. Similmente, non è casuale nemmeno il fatto che la lattoferrina si concentri a livello di molte mucose, che per definizione sono quegli strati di cellule che tappezzano la superficie interna delle cavità e dei canali dell'organismo comunicanti con l'esterno, e come tali esposti agli attacchi dei patogeni.
L'effetto antivirale della lattoferrina è relazionato alla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo l'ingresso del virus e bloccando l'infezione sul nascere; tale meccanismo è apparso efficace contro l' Herpes simplex, i citomegalovirus, e l'HIV.
Esistono anche evidenze circa un possibile ruolo della lattoferrina come agente antitumorale, dimostrato in numerose occasioni su tumori chimicamente indotti in ratti da laboratorio.
La capacità della lattoferrina di legare lo ione ferrico (Fe3+) è due volte superiore alla transferrina, la principale proteina plasmatica deputata al trasporto del ferro nel torrente circolatorio (entrambe fanno parte della stessa famiglia di proteine - dette transferrine - capaci di legare e trasferire ioni Fe3+). Ogni molecola di lattoferrina può legare a sé due ioni ferrici ed in base a tale saturazione può esistere in tre forme distinte: apolattoferrina (priva di ferro), lattoferrina monoferrica (legata ad un solo ione ferrico) e ololattoferrina (che lega a sé due ioni ferrici). L'attività della proteina viene mantenuta anche in ambienti acidi ed in presenza degli enzimi proteolitici, inclusi quelli secreti dai microorganismi.
Come anticipato, il primo latte che la donna produce dopo il parto, il colostro, è particolarmente ricco di lattoferrina, che favorisce lo sviluppo di batteri intestinali benefici, aiutando il piccolo a debellare i patogeni responsabili delle gastroenteriti (coliche del neonato). Con il passare dei giorni la quantità di lattoferrina si riduce, parallelamente allo sviluppo delle difese immunitarie del piccolo. Questo è il motivo per cui le concentrazioni di lattoferrina nel latte vaccino sono piuttosto variabili (le mucche vengono munte molto a lungo dopo la nascita del vitello). ALCUNI DATI: concentrazione di lattoferrina nel plasma venoso umano: 0.12 μg/ml; concentrazione di lattoferrina nel colostro umano: 3.1–6.7 mg/ml; lattoferrina nel latte umano: 1.0–3.2 mg/ml; lattoferrina nel latte vaccino: molto variabile, in letteratura da 1.15 μg/ml a 485.63 μg/ml.
Nel bambino la lattoferrina è anche un'importante fonte di ferro e ne facilita l'assorbimento. Il ferro è l'unico minerale presente nel latte materno in quantità inferiori rispetto ai fabbisogni del lattante; tale deficit viene comunque colmato dalle scorte accumulate durante la vita fetale (il latte materno è senza dubbio l'alimento più raccomandabile per il neonato, in quanto fornisce tutti gli elementi nutritivi ma soprattutto li contiene nelle giuste proporzioni).
La capacità della lattoferrina di legare il ferro ne suggerisce anche un possibile ruolo come agente antiossidante. Sequestrando il ferro in eccesso, impedisce infatti che questo produca i ben noti effetti pro-ossidanti (Fe2+ + H2O2 → Fe3+ + OH· + OH−).
Recenti studi hanno ascritto alla lattoferrina proprietà promotrici sull'attività degli osteoblasti e dei condrociti, cellule rispettivamente deputate alla produzione di tessuto osseo e cartilagineo.
In diagnostica, le concentrazioni di lattoferrina nelle feci possono essere valutate per ricercare la presenza di malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Queste patologie, infatti, si accompagnano tipicamente ad un aumento della lattoferrina fecale.
Lattoferrina come integratore
Discreta è la mole di studi sulle proprietà immunomodulanti della lattoferrina in modelli umani ed animali. Da molti di questi studi si evince come la lattoferrina sia dotata di interessanti proprietà antinfettive, immunomodulatorie e promotrici di una corretta ecologia intestinale. Durante le terapie antibiotiche, la lattoferrina può da un lato aumentare la suscettibilità dei batteri alla terapie farmacologiche e dall'altro, in sinergia con i probiotici, promuovere la crescita di ceppi batterici intestinali benefici (Lactobacillus o Bifidobacterium) che dipendono meno dalla disponibilità di ferro. Ovviamente una simile strategia terapeutica può essere adottata solo ed esclusivamente previo specifico consiglio medico.
Negli integratori la lattoferrina è generalmente presente insieme a sostanze dotate di azione sinergica, come ceppi probiotici e FOS.
[ Fonte ]
- File allegati
- Aida Blanchett
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Comune : Roma
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Dubbio: ma la lattoferrina non uccide anche i batteri buoni? ❖ Vulvodinia.info
Dom 16 Gen 2011, 13:56
Dubbio: ma la lattoferrina non uccide anche i batteri buoni? La risposta alla nostra biologa, Viv.:
In più la vostra Aida vi copia uno
Studio sull'efficacia della lattoferrina in crema (Elleffe crema)
Studio preliminare sull’utilizzo di una crema contenente Lattoferrina nel trattamento della vulvovaginite acuta da candida
Costantino D. 1, Guaraldi C. 2
1 Centro Salute Donna, Azienda USL, Ferrara, Italia
2 Reparto di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale di Valdagno, Valdagno, Vicenza, Italia
Obiettivo. L’obiettivo dello studio è verificare l’efficacia clinica del trattamento con crema contenente lattoferrina nella vulvovaginite acuta da Candida. Metodi. Sono state reclutate 34 pazienti di età compresa fra i 25 e i 45 anni che presentavano segni e sintomi di vulvovaginite acuta da Candida. Le pazienti sono state trattate con crema contenete lattoferrina al 4% (Elleffe 100 crema DICOFARM®), 5 g di crema in vagina e 2 cm applicata esternamente a livello vulvare, per due volte al giorno per 7 giorni. Alla fine del trattamento la paziente ritornava in ambulatorio e veniva eseguito un esame clinico e microscopico per valutare l’efficacia della terapia.
Risultati.
I risultati ottenuti dimostrano che 27 pazienti hanno avuto completo beneficio dalla terapia, 5 un netto miglioramento e 2 risultavano ancora affette da vulvovaginitie al controllo.
Conclusioni.
Dai dati del nostro studio, una crema che contiene lattoferrina sembra risultare clinicamente efficace nel trattamento della vulvovaginite acuta da
Candida, con una buona risposta su tutti i sintomi caratteristici di questa infezione.
[ Fonte ]
In allegato gli articoli di Viv. Per chi non è iscritto: potete richiedermene una copia scrivendomi alla consueta mail: info@vulvodiniapuntoinfo.com
Viv. ha scritto: I miei primi 20 giorni di nutriflor si sono conclusi circa tre settimane fa, se non ricordo male. Ho provato subito beneficio tuttavia nel giro
di poco tempo, complice di certo la mia alimentazione sballata, l'intestino apunta ricompare e con esso anche lo stato di fastidio, sebbene sensibilmente diminuito. Mi pare evidente, che come mi suggerì la mia dottoressa anni fa, nel mio caso dovrei assumere fermenti ciclicamente, per un tempo molto prolungato.
Tuttavia, ho anche altri problemucci e al nutriflor volevo accostare anche la LATTOFERRINA ed altri integratori. E quindi da un po' che mi frullava in testa questa idea:
Se la lattoferrina agisce come sequestratore di ferro e se il ferro è molto importante per la crescita di tutti i microorganismi che conosco, cosa fa si che VERAMENTE i batteri e funghi "cattivi" ne traggano danno e quelli "buoni" vantaggio??
Ora data la mia natura infida, ho cominciato a prendere due compresse al giorno di lattoferrina, una a pranzo e una a cena, e il nutriflor solo al mattino (una so,la compressa delle tre consigliate) per evitare che il sequestro del ferro interessasse il meno possibile i batteri che mi voglio fare amici.
Oggi sono tornata a lavoro dopo la febbre e dopo la lezione di statistica ho iniziato il cazzeggio e ho scoperto che posso prenderle contemporaneamente in tutta serenità! I perché nel prossimo post: ci trovate anche un sacco di riflessioni che forse non vi fregheranno ma io sono abituata a ragionare così.
1. La lattoferrina agisce sequestrando il ferro e rendendolo più disponibile per l'uomo. E questo lo sapevamo già.
2. Su alcuni portali di informazione sulla salute è riportato che Lactobacillus e Bifidobacterium siano meno vincolati alla presenza del ferro e che quindi sfruttino il vantaggio competitivo. Ok, mi sta bene, ma chi dice che Lactobacillus e Bifidobacterium siano davvero meno sensibili alla carenza di ferro? Del resto un po' tutti i microorganismi dipendono dal ferro per moltiplicarsi.
3. La lattoferrina è contenuta nel primo latte materno, il colostro, ed uno dei principali responsabili dell'instaurarsi del giusto equilibrio tra gli organismi
che costituiscono la nostra flora intestinale. Quindi realmente ha un effetto positivo sui Lactobacillus e Bifidobacterium!
4. La lattoferrina oltre ad avere un effetto batteriostatico esercita un attività battericida diretta, perchè può rovinare la membrana cellulare dei batteri gram negativi (come E. coli). AH!!! Lactobacillus e Bifidobacterium sono gram positivi!!!!.
5.La lattoferrina ha anche un effetto antivirale, ampiamente dimostrato ad esempio per Herpes simplex. Vedi allegati.
6.Nel frattempo ho appurato il mio sospetto che anche i cosiddetti batteri buoni hanno bisogno di ferro. Alcuni vecchi articoli riportano la teoria che Lactobacillus e Bifidobacterium soffrano meno la mancanza di ferro portata dalla lattoferrina. In realtà non è affatto così come leggerete nei seguenti punti. Vedi anche allegati.
7.I bifidobatteri possono prendere ferro direttamente dalla lattoferrina, che lo ha sequestrato e reso inaccessibile agli altri batteri . Questo in particolare, è stato ampiamente dimostrato per Bifidobacterium breve. Vedi allegati.
8.I lattobacilli non sono avvantaggiati dalla presenza di più ferro mentre i batteri patogeni si. Vale a dire che assumo più ferro i patogeni (E. coli, Clostridium,
Pseudomonas, Salmonella e Staphylococcus) scatenano festa e fiera. I lattobacilli, poverini, non ne hanno vantaggio perciò non possono fare nulla per controbattere!
Concludo con questa bella frase presa da uno degli articoli che vi ho allegato (trattateli con cura!! Alcuni li ho scaricati da siti a cui da casa non si può accedere! )
Several diverse physiological functions have been ascribed to LF including regulation of cellular growth and differentiation, intestinal iron homeostasis, host defense against microbial infection and inflammation, regulation of myelopoiesis and protection against cancer.... While some of these functions are clearly dependent on the iron binding properties of the protein, others appear to be independent of metal binding... (Ward and Conneel, 2004).
"Alla lattoferrina sono state attribuite molte e diverse funzioni fisiologiche, incluse la regolazione della crescita e della differenziazione cellulare, la regolazione degli equilibri intestinali del ferro, la difesa dagli organismi patogeni, protezione contro il cancro e la regolazione della produzione degli elementi presenti nel midollo osseo... Mentre alcune di queste funzioni sono chiaramente associate dalla capacità di questa proteina di legare il ferro, altre sembrano esserne completamente indipendenti"
BIBLIO INCOMPLETA
Edwards
C., ( 1993). Interactions between nutrition and the intestinal
microflora. Proceedings of the Nutrition Society, 52: 375-382.
Bezkorovainy A. , (2001).Probiotics: determinants of survival and growth in the gut. Am. J. Clin. Nutr., 73(suppl): 399-405.
Reid G., (2000). Probiotics in the Treatment of Diarrheal Diseases. Current Infectious Disease Reports, 2: 78-83.
Brock
J.H.,(1980). Lactoferrin in human milk: its role in iron absorption and
protection against enteric infection in the newborn infant. Archives of
Disease in Childhood, 55: 417-421.
Miller-Catchpole R., Kot E.,
Haloftis G., Furmanov S., and Bezkorovainy A., (1996). Lactoferrin can
supply iron for the growth of the Bifidobacterium breve. Nutrition
Research, 17: 205-213.
Ward P.P., and Conneely O.M., (2004).
Lactoferrin: Role in iron homeostasis and host defense against
microbial. BioMetals, 17: 203-208.
Riporto dal libro "Perché ci ammaliamo" (R.M. Nesse and G.C. Williams, 1994), che purtroppo ora si trova solo in inglese ma che consiglio cmq a tutti perché davvero ricco di curiosità e cmq leggero e intrigante.
"Il nostro corpo ha un meccanismo di difesa che molte persone non conoscono e i medici, a volte, cercano involontariamente di vanificare. Ecco alcuni indizi sul suo funzionamento. In un paziente con una tubercolosi cronica si scopre un basso livello di ferro nel sangue. Il medico conclude che correggendo l'anemia aumenterà là la resistenza del paziente, e gli prescrive un supplemento di ferro. L'infezione peggiora.
i maschi zulù bevono birra fermentata in recipienti di ferro, e spesso hanno serie infezioni epatiche causate da un'ameba; al contrario, meno del 10% dei maschi masai contrae infezioni amebiche. I masai sono pastori, e bevono una gran quantità di latte. In un gruppo masai cui fu dato un supplemento di ferro, l'88% dei pazienti sviluppò un'infezione amebica. in un altro studio, alcuni ricercatori ben intenzionati somministrarono un supplemento di ferro ad alcuni nomadi della Somalia per curare l'anemia: entro un mese il 38% dei pazienti sviluppò infezioni, che colpirono invece solo l'8% di quanti non avevano assunto il ferro.
Un altro indizio: le uova sono un alimento molto ricco di nutrienti ma i batteri penetrano facilmente attraverso il guscio poroso. Come possono allora le uova rimanere fresche così a lungo? È vero che contengono moltissimo ferro, ma è tutto nel tuorlo, non nell'albume che gli sta intorno. le proteine dell'albume sono costituite per il 12% di conalbumina, una molecola la cui struttura lega fortemente il ferro e ne impedisce l'uso ai batteri. non per niente, prima dell'era degli antibiotici, per combattere le infezioni si usava l'albume.
Circa il 20% delle proteine del latte umano è costituito dal lattoferrina, un'altra molecola, un altra molecola che lega il ferro. Il latte di vacca ne contiene solo il 2%, e i bambini allattati al seno hanno meno infezioni di quelli allevati con latte artificiale. La lattoferrina è concentrata anche nelle lacrime e nella saliva, e specialmente attorno alle ferite, dove l'elevata acidità la rende particolarmente efficace. I ricercatori che scoprirono la conalbumina immaginarono che nel corpo dovesse esserci una molecola simile capace di legare il ferro.
Si giunse così alla scoperta della transferrina, una terza proteina con la stessa funzione. La tranferrina rilascia il ferro solo alle cellule che hanno una speciale molecola di riconoscimento. I batteri non possiedono il codice necessario, per cui non possono prelevare il ferro.
Le persone con una carenza proteica possono arrivare ad avere meno del 10% della transferrina normalmente presente nel corpo umano. Se ricevessero un supplemento di ferro prima di avere ricostruito la normale quantità di transferrina, il ferro libero nel sangue aumenterebbe le probabilità di contrarre infezioni mortali. Eco il tragico risultato di molti tentativi di soccorre le vittime di carestie.
Adesso la natura di questa difesa dovrebbe essere chiara. Il ferro è una risorsa scarsa e fondamentale per i batteri, e i loro ospiti hanno
evoluto una grande quantità di meccanismi per impedire loro di procurarsela. In presenza dell'infezione, il corpo rilascia un composto chimico chiamato Mediatore Endogeno dei Leucociti (LEM) che alza la temperatura corporea e diminuisce moltissimo la disponibilità di ferro ne sangue. Anche l'assorbimento di ferro nell'intestino diminuisce durante un'infezione e cambiano le nostre preverenze amilnetari. Quando abbiamo l'influenza, i cibi ricchi di ferro come prosciutto e uova ci disgustano; preferiamo the e pane tostato. È un pedaggio da pagare per tenere il ferro lontano dai patogeni. Di solito pensiamo al salasso come ad un tipico esempio di ignoranza medica, ma forse, come ha suggerito Kluger, aiutava i
pazienti ad abbassare il livello di ferro nel sangue.
Negli anni Settanta divenne chiaro che bassi livelli di ferro nel sangue associati a una malattia possono essere utili; eppure ai giorni nostri Kluger i suoi colleghi hanno scoperto che solo l'11% dei medici e il 6% dei farmacisti sa che la somministrazione di ferro può danneggiare i pazienti con un'infezione. Anche se il campione se il campione preso in esame è piccolo, lo studio chiarisce le difficoltà che si hanno nell'informare i clinici di importanti scoperte scientifiche. Anche i ricercatori più importanti a volte dimenticano di citare questo meccanismo adattativo. Un recente studio apparso sul "New Journal of Medicine" ha dimostrato come i bambini affetti da malaria cerebrale abbiamo più probabilità di rimettersi se trattati con una sostanza che lega il ferro; eppure l'articolo non descrive il sistema naturale utilizzato dal corpo per legare il ferro durante le infezioni. Il meccanismo di regolazione del ferro è solo un esempio che illustra un principio generale: bisogna saper distinguere tra difese e altri segno di infezione, essere prudenti prima di concludere che una risposta del corpo è maladattativa e rispettare le risposte difensive del corpo. In breve dovremmo tenere in considerazione la saggezza evolutiva del corpo."
Gli autori sono un medico psichiatra e un Ecologo dell'evoluzione (per la precisione un ecologo marino ).
Nel libro è spiegato anche come l'utilizzo di antipiretici sia spesso sconsigliabile e possa aumentare il rischio di infezioni secondarie a a partire da banali influenze e raffreddori.
Bibliografia degli autori:
- Iron withholding: A defense against infection and neoplasia.
Weinberg, ED
Physiological Reviews [PHYSIOL. REV.]. Vol. 64, no. 1, pp. 65-102. 1984.
(Purtroppo non possiamo più aprire le review mediche... ma vi copio almeno l'abstract.)
Although the phenomenon of natural immunity (as contrasted to the acquired type) was also recognized during the 1880s, knowledge concerning specific physiological and biochemical mechanisms failed to develop for the next 50 years. Within the past five decades, however, investigators have described a variety of chemical systems. Examples include the alternate complement pathway, lysozyme, beta -lysins, and interferon. Another system of natural immunity, iron withholding, is the subject of this paper. Vertebrate animals have developed an elaborate yet remarkably efficient stratagen to withhold growth-essential iron from microbial and neoplastic invaders while retaining their own access to this metal.
Although the present understanding of this system is based on observations first made in the early 1930s, most of the work in this field has been accomplished more recently.
- Iron overload in Africa. Interaction between a gene and dietary iron content
Gordeuk,
V | Mukiibi, J | Hasstedt, SJ | Samowitz, W | Edwards, CQ | West, G |
Ndambire, S | Emmanual, J | Nkanza, N | Chapanduka, Z | Randali, M |
Boone, P | Romano, P | Martell, RW | Yamashita, T
New England Journal of Medicine [N. ENGL. J. MED.]. Vol. 326, no. 2, pp. 95-100. 1992.
(Di questo vi allego anche l'articolo intero )
In contrast to hemochromatosis, which in white populations is inherited through a gene linked to the HLA locus, iron overload in sub-Saharan Africa is believed to result solely from increased dietary iron derived from traditional home-brewed beer. To examine the hypothesis that African iron overload also involves a genetic factor, we used likelihood analysis to test for an interaction between a gene (then hypothesized iron-loading locus) and an environmental factor (increased dietary iron) that determines transferrin saturation and unsaturated iron-binding
capacity. We studied 236 members of 36 African families chosen because they contained index subjects with iron overload. Linkage to the HLA
region was tested with use of lod scores.
In più la vostra Aida vi copia uno
Studio sull'efficacia della lattoferrina in crema (Elleffe crema)
Studio preliminare sull’utilizzo di una crema contenente Lattoferrina nel trattamento della vulvovaginite acuta da candida
Costantino D. 1, Guaraldi C. 2
1 Centro Salute Donna, Azienda USL, Ferrara, Italia
2 Reparto di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale di Valdagno, Valdagno, Vicenza, Italia
Obiettivo. L’obiettivo dello studio è verificare l’efficacia clinica del trattamento con crema contenente lattoferrina nella vulvovaginite acuta da Candida. Metodi. Sono state reclutate 34 pazienti di età compresa fra i 25 e i 45 anni che presentavano segni e sintomi di vulvovaginite acuta da Candida. Le pazienti sono state trattate con crema contenete lattoferrina al 4% (Elleffe 100 crema DICOFARM®), 5 g di crema in vagina e 2 cm applicata esternamente a livello vulvare, per due volte al giorno per 7 giorni. Alla fine del trattamento la paziente ritornava in ambulatorio e veniva eseguito un esame clinico e microscopico per valutare l’efficacia della terapia.
Risultati.
I risultati ottenuti dimostrano che 27 pazienti hanno avuto completo beneficio dalla terapia, 5 un netto miglioramento e 2 risultavano ancora affette da vulvovaginitie al controllo.
Conclusioni.
Dai dati del nostro studio, una crema che contiene lattoferrina sembra risultare clinicamente efficace nel trattamento della vulvovaginite acuta da
Candida, con una buona risposta su tutti i sintomi caratteristici di questa infezione.
[ Fonte ]
In allegato gli articoli di Viv. Per chi non è iscritto: potete richiedermene una copia scrivendomi alla consueta mail: info@vulvodiniapuntoinfo.com
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Elena Tione Presidente VULVODINIA.INFO ONLUS - Qualifica professionale :
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Anno di nascita : 1977
Provincia di residenza : Roma
Comune : Roma
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Anche quest'anno non dimenticarti delle oltre 4 milioni di italiane che soffrono di vulvodinia!
Il tuo 5 per Mille per 1 donna su 7 Codice Fiscale 97 82 56 90 585
• Non sono un medico.
Tutti i consigli vanno seguiti sotto la propria respons-abilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli e autorizzazioni può legalmente ed eticamente sostituirsi.
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VULVODINIA.INFO ONLUS non è e non può essere ritenuto in alcun modo responsabile dei contenuti dei messaggi presenti nel Forum, scritti e inviati autonomamente dagli Utenti sotto loro piena e totale respons-abilità.
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VULVODINIA.INFO ONLUS si riserva la facoltà, a suo insindacabile giudizio, di eliminare/modificare dal Forum i post aventi contenuto illegittimo, illegale o comunque lesivo di altrui diritti e dei contenuti ritenuti non in linea con il Regolamento completo e aggiornato della comunità.
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Regolazione dell'assorbimento del ferro grazie alla lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Lun 04 Lug 2011, 14:13
Evidenze cliniche della maggiore efficacia della Lattoferrina per os rispetto al Solfato ferroso (Ferro-grad, per esempio) nell’ipoferremia e anemia da carenza di ferro in gravidanza
L’ipoferremia e l’anemia da carenza di ferro rappresentano in gravidanza un serio problema ed un rischio per la salute della madre e del neonato. È stato condotto uno studio clinico randomizzato, in aperto, con l’obiettivo di valutare l’effetto terapeutico della somministrazione orale della Lattoferrina ( Lattoglobina ) rispetto a quella con Solfato ferroso nella prevenzione e cura dell’ipoferremia e anemia da carenza di ferro in donne in gravidanza.
Sono state arruolate e randomizzate 143 donne con gravidanza non complicata, affette da ipoferremia ed anemia da carenza di ferro, e divise in modo casuale in 3 gruppi:
Gruppo 1: trattamento per os con 100 mg di Lattoglobina, due volte al giorno lontano dai pasti;
Gruppo 2: trattamento per os con una tavoletta contenente 520 mg di solfato ferroso una volta al giorno;
Gruppo 3: gruppo di controllo, comprendente donne che rifiutavano qualsiasi terapia.
In tutte le donne, prima e dopo 30 giorni di trattamento, è stato controllato il numero dei globuli rossi, la concentrazione dell’emoglobina, del ferro serico totale e della ferritina sierica.
Come atteso, nelle donne che hanno rifiutato il trattamento, dopo 30 giorni i valori di tutti i parametri considerati sono risultati diminuiti, anche se con diversa significatività.
Nelle donne trattate per 30 giorni con Solfato ferroso è aumentata significativamente solo la concentrazione dell’emoglobina, mentre il numero dei globuli rossi e la concentrazione del ferro serico totale non sono risultati modificati.
La ferritina sierica, invece, è diminuita significativamente.
Nelle donne trattate per 30 giorni con Lattoglobina, i valori dei globuli rossi, dell’emoglobina, del ferro sierico totale e della ferritina sierica sono aumentati in modo altamente significativo ( p<0.0001 ).
Riguardo alla valutazione della tollerabilità, le donne trattate con Solfato ferroso hanno lamentato i classici eventi avversi di questa terapia e 8 di esse hanno abbandonato lo studio, mentre nessun effetto indesiderato è stato riferito dalle donne trattate con Lattoglobina.
La Lattoglobina somministrata per os in gravidanze associate a stati di ipoferremia ed anemia da carenza di ferro, ha mostrato di essere molto efficace senza indurre alcun effetto indesiderato. La sua potente azione nel contrastare sia l’ipoferremia che l’anemia da carenza di ferro non può essere attribuita solo alla quantità di ferro apportato dalla Lattoglobina somministrata, peraltro molto inferiore a quella somministrata via Solfato ferroso, ma ad un più complesso meccanismo che coinvolge tutti i fattori chiave dell’omeostasi sistemica del ferro."
( Xagena_2008 )
Paesano R et al, Il Ginecologo, 2008
E ancora:
La LATTOFERRINA è una proteina minore presente nel colostro, nel latte materno maturo e nel latte bovino che per le sue caratteristiche chimico-fisiche può essere impiegata con successo nel campo dell’integrazione alimentare,dietetica e sportiva
Caratteristiche chimico-fisiche
La Lattoferrina è una glicoproteina legante del ferro presente nel latte e in piccole quantità nei fluidi come bile,saliva e lacrime. Consiste in una singola catena di polipeptidi con due lobi globulari ed è relativamente resistente alla proteolisi
Omologia tra Lattoferrina umana e bovina
È stato dimostrato che la parte attiva delle tante funzioni biologiche della Lattoferrina è situata nei primi 52 aminoacidi. Questo peptide, originato dal latte umano (1) e bovino (2), sembra essere identico.
Presenza della Lattoferrina
Questa proteina rosa salmone può essere contenuta in quasi tutti i fluidi corporei:
URINE 1,50 ng/ml
LATTE BOVINO 200 ng/ml
SALIVA 5-11 ng/ml
LATTE UMANO 2000 ng/m
LACRIME 1000 ng/ml
COLOSTRO 7000 ng/ml
[è presente in concentrazioni alte nell'albume d'uovo come spiegato da Viv. più sopra! NdR]
Modo d’azione
Principale caratteristica della Lattoferrina è quella di avere una conformazione molecolare tale da accogliere al suo interno due ioni-ferro permettendo cosi di regolarne il trasporto e l’assorbimento, oltre ad incrementarne la biodisponibilità.
La Lattoferrina è una proteina adibita al trasporto del ferro della famiglia delle transferrine, necessarie per veicolare il ferro dal sangue alle cellule tramite un ricettore transferrico posto sulla superficie della membrana. Si ritiene che questo sia l’unico sistema per integrare il ferro in ogni cellula del corpo umano e l’utilizzo della Lattoferrina ne permette l’introduzione in dosaggi molto più bassi di quelli utilizzati fino ad oggi, in quanto ne aumenta la biodisponibilità e quindi l’assorbimento.
Funzioni Biologiche
ATTIVITA’ ANTIMICROBICA ED ANTIVIRALE
È stato recentemente dimostrato che la Lattoferrina inibisce la crescita dei batteri Gram+ e Gram-, anche se è ancora da verificare se il meccanismo d’azione sia legato alla capacità di sequestro del ferro o alla facilità di interazione con la superficie della cellula,riuscendo la Lattoferrina a penetrare facilmente la membrana esterna.
ATTIVITA’ ANTIINFIAMMATORIA
Per quanto riguarda la capacità antiinfiammatoria della Lattoferrina, se ne notano tracce più consistenti nella circolazione durante la fase infiammatoria, derivanti dai neutrofili attivati. Questa evidenza suggerisce che la Lattoferrina messa in circolo agisca in maniera tale da inibire l’eccessiva produzione di citochine e prevenire l’eccessivo arruolamento ed attivazione di leucociti nelle zone infiammate.
CRESCITA E PROTEZIONE GASTRO INTESTINALE
È stato dimostrato che il colostro, ricco in Lattoferrine, promuove la crescita cellulare dell’intestino nei neonati.
Il componente responsabile per la crescita è stato identificato nella Lattoferrina, che può stimolare l’innalzamento della timidina nel DNA delle cellule. Questa ipotesi è stata confermata da un test in cui una formula basata su latte bovino è stata comparata ad una arricchita con Lattoferrina. La formula arricchita ha dato un miglior effetto sul ricambio del DNA.
Per i neonati è altrettanto importante che il sistema immunitario funzioni al suo meglio, e questo è il motivo per cui nel colostro è presente un alta concentrazione di Lattoferrina, dimostrandone l’importante ruolo.
Il ruolo protettivo della Lattoferrina, complementare al sistema immunitario, può essere attribuito alla privazione degli organismi patogeni invasivi del ferro richiesto per la crescita.
PROMOZIONE DELLA FLORA INTESTINALE
Un altro campo in cui l’impiego della Lattoferrina è particolarmente indicato quello riguardante l’integrazione ed il supporto della flora batterica. Per le sue caratteristiche di regolazione dell’assorbimento del ferro, la Lattoferrina contribuisce a creare una flora batterica bilanciata,inibendo la crescita di vari batteri patogeni tramite il sequestro e l’eliminazione del ferro in eccesso, spesso causa di notevoli sbilanci batterici.
TAB. 1 CAMBIAMENTO NELLA FLORA FECALE NEGLI INFANTI (Kawaguchi 1989)
FAMIGLIA
STD FORMULA
LATTOFERRINE FORMULA
ENTEROBATTERI
54,3
32.9
STREPTOCOCCUS
17,1
14,7
STAPHYLOCOCCUS
0,6
0,0
LACTOBACILLUS
1,8
1,1
BIFIDOBACTERIUM
16,4
36,4
CLOSTRIDIUM
1,7
0,0
ALTRI
4,9
10,5
ANTIOSSIDANTE NATURALE
L’azione antiossidante della Lattoferrina può essere cosi schematizzata:
- sequestro del ferro da parte della Lattoferrina
- prevenzione della formazione dei radicali liberi
- inibizione del processo di ossidazione
REGOLAZIONE DELL’ASSORBIMENTO DEL FERRO
Un grosso problema nell’integrazione del ferro è rappresentato dagli alti dosaggi necessari a causa della scarsa biodisponibilità di questi sali. Questo può causare effetti negativi quali il rischio di infezioni batteriche, intossicazione da ferro,riduzione dell’assorbimento degli altri minerali (specialmente Zn), oltre a problemi gastrointestinali.Il ferro è un elemento che ricopre un importanza fondamentale nel metabolismo cellulare ed in particolare nella produzione di energia e nella regolazione dei globuli rossi e dell’emoglobina.E’ stato dimostrato che la Lattoferrina aumenta la biodisponibilità del ferro grazie alla sua capacità di controllare l’assorbimento e l’espulsione del ferro stesso.
Descrizione del prodotto
- lega reversibilmente due ioni di ferro (ferrico) unito a due ioni di bicarbonato
- parzialmente saturo (5-30%) allo stato naturale
- massimo contenuto in ferro 1,4 mg/g LF (holoform)
- in forma APO è meno termostabile e più incline alla proteolisi
Composizione
La Lattoferrina è una proteina bio attiva isolata di color rosa salmone nella sua forma liofilizzata. Viene ottenuta tramite avanzati processi di isolamento,concentrazione e microfiltrazione del siero di latte bovino e sottoposta a liofilizzazione per una migliore conservazione, stabilità ed utilizzo del prodotto stesso.
Applicazioni e dosi consigliate
La notevole versatilità della Lattoferrina è dimostrata dal suo facile inserimento in tutte le forme di integratori alimentari e dietetici cosi come negli alimenti per sportivi sotto forma di bevande,tavolette,capsule,instant drinks ed in aggiunta alle formule tradizionali.
Il recente inserimento nel mercato Statunitense e Giapponese di prodotti arricchiti con Lattoferrina è un notevole indicatore delle alte valenze nutrizionali ed integrative nella difesa e stimolazione del sistema immunitario. La tendenza futura è quella di abbinare alle valenze curative specifiche dei singoli prodotti nuove sostanze con caratteristiche salutistiche a sempre più ampio spettro d’azione.
Legislazione
La Lattoferrina è da considerarsi un alimento, per cui non esiste nessun tipo di problema per l’inserimento in formule di integratori alimentari e dietetici.
[ Fonte ]
L’ipoferremia e l’anemia da carenza di ferro rappresentano in gravidanza un serio problema ed un rischio per la salute della madre e del neonato. È stato condotto uno studio clinico randomizzato, in aperto, con l’obiettivo di valutare l’effetto terapeutico della somministrazione orale della Lattoferrina ( Lattoglobina ) rispetto a quella con Solfato ferroso nella prevenzione e cura dell’ipoferremia e anemia da carenza di ferro in donne in gravidanza.
Sono state arruolate e randomizzate 143 donne con gravidanza non complicata, affette da ipoferremia ed anemia da carenza di ferro, e divise in modo casuale in 3 gruppi:
Gruppo 1: trattamento per os con 100 mg di Lattoglobina, due volte al giorno lontano dai pasti;
Gruppo 2: trattamento per os con una tavoletta contenente 520 mg di solfato ferroso una volta al giorno;
Gruppo 3: gruppo di controllo, comprendente donne che rifiutavano qualsiasi terapia.
In tutte le donne, prima e dopo 30 giorni di trattamento, è stato controllato il numero dei globuli rossi, la concentrazione dell’emoglobina, del ferro serico totale e della ferritina sierica.
Come atteso, nelle donne che hanno rifiutato il trattamento, dopo 30 giorni i valori di tutti i parametri considerati sono risultati diminuiti, anche se con diversa significatività.
Nelle donne trattate per 30 giorni con Solfato ferroso è aumentata significativamente solo la concentrazione dell’emoglobina, mentre il numero dei globuli rossi e la concentrazione del ferro serico totale non sono risultati modificati.
La ferritina sierica, invece, è diminuita significativamente.
Nelle donne trattate per 30 giorni con Lattoglobina, i valori dei globuli rossi, dell’emoglobina, del ferro sierico totale e della ferritina sierica sono aumentati in modo altamente significativo ( p<0.0001 ).
Riguardo alla valutazione della tollerabilità, le donne trattate con Solfato ferroso hanno lamentato i classici eventi avversi di questa terapia e 8 di esse hanno abbandonato lo studio, mentre nessun effetto indesiderato è stato riferito dalle donne trattate con Lattoglobina.
La Lattoglobina somministrata per os in gravidanze associate a stati di ipoferremia ed anemia da carenza di ferro, ha mostrato di essere molto efficace senza indurre alcun effetto indesiderato. La sua potente azione nel contrastare sia l’ipoferremia che l’anemia da carenza di ferro non può essere attribuita solo alla quantità di ferro apportato dalla Lattoglobina somministrata, peraltro molto inferiore a quella somministrata via Solfato ferroso, ma ad un più complesso meccanismo che coinvolge tutti i fattori chiave dell’omeostasi sistemica del ferro."
( Xagena_2008 )
Paesano R et al, Il Ginecologo, 2008
E ancora:
La LATTOFERRINA è una proteina minore presente nel colostro, nel latte materno maturo e nel latte bovino che per le sue caratteristiche chimico-fisiche può essere impiegata con successo nel campo dell’integrazione alimentare,dietetica e sportiva
Caratteristiche chimico-fisiche
La Lattoferrina è una glicoproteina legante del ferro presente nel latte e in piccole quantità nei fluidi come bile,saliva e lacrime. Consiste in una singola catena di polipeptidi con due lobi globulari ed è relativamente resistente alla proteolisi
Omologia tra Lattoferrina umana e bovina
È stato dimostrato che la parte attiva delle tante funzioni biologiche della Lattoferrina è situata nei primi 52 aminoacidi. Questo peptide, originato dal latte umano (1) e bovino (2), sembra essere identico.
Presenza della Lattoferrina
Questa proteina rosa salmone può essere contenuta in quasi tutti i fluidi corporei:
URINE 1,50 ng/ml
LATTE BOVINO 200 ng/ml
SALIVA 5-11 ng/ml
LATTE UMANO 2000 ng/m
LACRIME 1000 ng/ml
COLOSTRO 7000 ng/ml
[è presente in concentrazioni alte nell'albume d'uovo come spiegato da Viv. più sopra! NdR]
Modo d’azione
Principale caratteristica della Lattoferrina è quella di avere una conformazione molecolare tale da accogliere al suo interno due ioni-ferro permettendo cosi di regolarne il trasporto e l’assorbimento, oltre ad incrementarne la biodisponibilità.
La Lattoferrina è una proteina adibita al trasporto del ferro della famiglia delle transferrine, necessarie per veicolare il ferro dal sangue alle cellule tramite un ricettore transferrico posto sulla superficie della membrana. Si ritiene che questo sia l’unico sistema per integrare il ferro in ogni cellula del corpo umano e l’utilizzo della Lattoferrina ne permette l’introduzione in dosaggi molto più bassi di quelli utilizzati fino ad oggi, in quanto ne aumenta la biodisponibilità e quindi l’assorbimento.
Funzioni Biologiche
ATTIVITA’ ANTIMICROBICA ED ANTIVIRALE
È stato recentemente dimostrato che la Lattoferrina inibisce la crescita dei batteri Gram+ e Gram-, anche se è ancora da verificare se il meccanismo d’azione sia legato alla capacità di sequestro del ferro o alla facilità di interazione con la superficie della cellula,riuscendo la Lattoferrina a penetrare facilmente la membrana esterna.
ATTIVITA’ ANTIINFIAMMATORIA
Per quanto riguarda la capacità antiinfiammatoria della Lattoferrina, se ne notano tracce più consistenti nella circolazione durante la fase infiammatoria, derivanti dai neutrofili attivati. Questa evidenza suggerisce che la Lattoferrina messa in circolo agisca in maniera tale da inibire l’eccessiva produzione di citochine e prevenire l’eccessivo arruolamento ed attivazione di leucociti nelle zone infiammate.
CRESCITA E PROTEZIONE GASTRO INTESTINALE
È stato dimostrato che il colostro, ricco in Lattoferrine, promuove la crescita cellulare dell’intestino nei neonati.
Il componente responsabile per la crescita è stato identificato nella Lattoferrina, che può stimolare l’innalzamento della timidina nel DNA delle cellule. Questa ipotesi è stata confermata da un test in cui una formula basata su latte bovino è stata comparata ad una arricchita con Lattoferrina. La formula arricchita ha dato un miglior effetto sul ricambio del DNA.
Per i neonati è altrettanto importante che il sistema immunitario funzioni al suo meglio, e questo è il motivo per cui nel colostro è presente un alta concentrazione di Lattoferrina, dimostrandone l’importante ruolo.
Il ruolo protettivo della Lattoferrina, complementare al sistema immunitario, può essere attribuito alla privazione degli organismi patogeni invasivi del ferro richiesto per la crescita.
PROMOZIONE DELLA FLORA INTESTINALE
Un altro campo in cui l’impiego della Lattoferrina è particolarmente indicato quello riguardante l’integrazione ed il supporto della flora batterica. Per le sue caratteristiche di regolazione dell’assorbimento del ferro, la Lattoferrina contribuisce a creare una flora batterica bilanciata,inibendo la crescita di vari batteri patogeni tramite il sequestro e l’eliminazione del ferro in eccesso, spesso causa di notevoli sbilanci batterici.
TAB. 1 CAMBIAMENTO NELLA FLORA FECALE NEGLI INFANTI (Kawaguchi 1989)
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17,1
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0,6
0,0
LACTOBACILLUS
1,8
1,1
BIFIDOBACTERIUM
16,4
36,4
CLOSTRIDIUM
1,7
0,0
ALTRI
4,9
10,5
ANTIOSSIDANTE NATURALE
L’azione antiossidante della Lattoferrina può essere cosi schematizzata:
- sequestro del ferro da parte della Lattoferrina
- prevenzione della formazione dei radicali liberi
- inibizione del processo di ossidazione
REGOLAZIONE DELL’ASSORBIMENTO DEL FERRO
Un grosso problema nell’integrazione del ferro è rappresentato dagli alti dosaggi necessari a causa della scarsa biodisponibilità di questi sali. Questo può causare effetti negativi quali il rischio di infezioni batteriche, intossicazione da ferro,riduzione dell’assorbimento degli altri minerali (specialmente Zn), oltre a problemi gastrointestinali.Il ferro è un elemento che ricopre un importanza fondamentale nel metabolismo cellulare ed in particolare nella produzione di energia e nella regolazione dei globuli rossi e dell’emoglobina.E’ stato dimostrato che la Lattoferrina aumenta la biodisponibilità del ferro grazie alla sua capacità di controllare l’assorbimento e l’espulsione del ferro stesso.
Descrizione del prodotto
- lega reversibilmente due ioni di ferro (ferrico) unito a due ioni di bicarbonato
- parzialmente saturo (5-30%) allo stato naturale
- massimo contenuto in ferro 1,4 mg/g LF (holoform)
- in forma APO è meno termostabile e più incline alla proteolisi
Composizione
La Lattoferrina è una proteina bio attiva isolata di color rosa salmone nella sua forma liofilizzata. Viene ottenuta tramite avanzati processi di isolamento,concentrazione e microfiltrazione del siero di latte bovino e sottoposta a liofilizzazione per una migliore conservazione, stabilità ed utilizzo del prodotto stesso.
Applicazioni e dosi consigliate
La notevole versatilità della Lattoferrina è dimostrata dal suo facile inserimento in tutte le forme di integratori alimentari e dietetici cosi come negli alimenti per sportivi sotto forma di bevande,tavolette,capsule,instant drinks ed in aggiunta alle formule tradizionali.
Il recente inserimento nel mercato Statunitense e Giapponese di prodotti arricchiti con Lattoferrina è un notevole indicatore delle alte valenze nutrizionali ed integrative nella difesa e stimolazione del sistema immunitario. La tendenza futura è quella di abbinare alle valenze curative specifiche dei singoli prodotti nuove sostanze con caratteristiche salutistiche a sempre più ampio spettro d’azione.
Legislazione
La Lattoferrina è da considerarsi un alimento, per cui non esiste nessun tipo di problema per l’inserimento in formule di integratori alimentari e dietetici.
[ Fonte ]
- OspiteOspite
Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 07 Lug 2011, 18:42
moglie, mo scrivo una str****a, ma è una curiosità... te prego non me dire basta vedere su google che è tutto il giorno che il pc mi viaggia a 1 all'ora... non carica manco le ricerche di google....
ma la DICOFARM E LA AGPHARMA sono la stessa ditta? perchè ho ripreso oggi le compressine elleffe e nella vecchia scatola come casa di produzione c'è ascritto DICOFARM in quella vecchia AGPHARMA.
nessun problema eh, è solo una mia curiosità ^___^
perdona il mio pc in agonia... (c'ho messo 3 ore a connettermi )
ma la DICOFARM E LA AGPHARMA sono la stessa ditta? perchè ho ripreso oggi le compressine elleffe e nella vecchia scatola come casa di produzione c'è ascritto DICOFARM in quella vecchia AGPHARMA.
nessun problema eh, è solo una mia curiosità ^___^
perdona il mio pc in agonia... (c'ho messo 3 ore a connettermi )
- OspiteOspite
Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 07 Lug 2011, 18:46
scritto mezza cacchiataSarasa ha scritto:ma la DICOFARM E LA AGPHARMA sono la stessa ditta? perchè ho ripreso oggi le compressine elleffe e nella vecchia scatola come casa di produzione c'è ascritto DICOFARM in quella vecchia AGPHARMA.
nella vecchia scatola c'è scritto DICOFARMA
nella nuova scatola c'è scritto AGPHARMA
- Aida Blanchett
Elena Tione Presidente VULVODINIA.INFO ONLUS - Qualifica professionale :
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Scopri come dire addio al tuo dolore pelvico
www.aidablanchett.com/mindbodynews
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www.instagram.com/elenationehealthylifecoach
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Iscritto il : 17.10.10
Anno di nascita : 1977
Provincia di residenza : Roma
Comune : Roma
Storia personale : • LA MIA STORIA e la fondazione di VULVODINIA.INFO e VULVODINIA.INFO ONLUS
Anche quest'anno non dimenticarti delle oltre 4 milioni di italiane che soffrono di vulvodinia!
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• Non sono un medico.
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 07 Lug 2011, 20:04
Lo sai che non ne ho la più pallida idea? Controllerò
- OspiteOspite
Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 15 Set 2011, 18:57
Tesoro, ti cito un post di Ros a proposito di Elleffe 100
non mi sembra ci sia scritto da altri parti, se si chiedo venia
Rosanna ha scritto:Volevo avvisare che il vecchio Elleffe100 è stato sostituito con Elleffe100plus, ovvero un nuovo prodotto contenente 200mg di lattoferrina (anzichè 100mg). Tuttavia è stata inserita anche la vitamina C (120mg!), che potrebbe acidificare le urine e renderle irritanti sia per la vescica che per la vulva annullando l'effetto benefico degli alcalinizzanti che introduciamo. Non solo! La vecchia confezione di Elleffe conteneva 40 cps e costava 12/13 euro. Quella attuale costa più o meno la stessa cifra, ma ne contiene solo 20!
Tra qualche mese dovrebbe uscire la lattoferrina Deakos. Fino ad allora potreste acquistare in farmacia la lattoglobina, la globoferrina, l'X-flor o il Puraflor (intanto ho chiesto a De Angelis se può far da tramite anche con questi prodotti in modo da farci risparmiare qualcosa).
non mi sembra ci sia scritto da altri parti, se si chiedo venia
- Aida Blanchett
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 15 Set 2011, 19:32
mi hai fatto un grosso favore! Grazie!
- Viv.
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 15 Set 2011, 21:14
- Aida Blanchett
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Dom 16 Ott 2011, 03:29
Sarasa ha scritto:scritto mezza cacchiataSarasa ha scritto:ma la DICOFARM E LA AGPHARMA sono la stessa ditta? perchè ho ripreso oggi le compressine elleffe e nella vecchia scatola come casa di produzione c'è ascritto DICOFARM in quella vecchia AGPHARMA.
nella vecchia scatola c'è scritto DICOFARMA
nella nuova scatola c'è scritto AGPHARMA
Dicofarm è la vecchia denominazione: http://www.dicofarm.it/la_ricerca.htm
Ora è AgPharma: http://www.agpharma.it/elleffe_crema.php
Lattoferrina presso la Deakos: risparmio dell'8%, restiamo in attesa di una produzione Lattoferrina made in Deakos!
- Aida Blanchett
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Tutti i consigli vanno seguiti sotto la propria respons-abilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli e autorizzazioni può legalmente ed eticamente sostituirsi.
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Lattoglobina
Dom 27 Nov 2011, 21:56
chiara87 ha scritto:per informazione quelli della deakos mi hanno detto che l'elleffe100 non
lo tengono più e in sostituzione mi hanno dato Lattoglobina capsule
- Aida Blanchett
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Sab 21 Gen 2012, 12:56
NB Ma Aida, a cosa serve questa lattoferrina?
Come ho più volte ricordato, vi rammento che la lattoferrina è una proteina presente nelle secrezioni umane quali lacrime, saliva, muco nasale e bronchiale, secrezioni intestinali, liquido seminale, muco cervico-vaginale e sangue.
Questa proteina lega il ferro impedendo pertanto lo sviluppo di batteri, funghi, parassiti e virus che hanno bisogno di di ferro per il loro metabolismo, spt i germi patogeni intestinali. La lattoferrina, pertanto, ha un potente effetto inibente sulle infezioni poiché favorisce la crescita della flora batterica buona, la quale non è ferro dipendente (Döderlein etc). La lattoferrina ha inoltre potente attività inibitoria verso molti virus.
In sostanza, la lattoferrina inibisce la colonizzazione delle superfici mucose da parte di batteri, funghi, parassiti e virus, evitando la penetrazione all'inteno delle cellule di tali agenti patogeni.
Come ho più volte ricordato, vi rammento che la lattoferrina è una proteina presente nelle secrezioni umane quali lacrime, saliva, muco nasale e bronchiale, secrezioni intestinali, liquido seminale, muco cervico-vaginale e sangue.
Questa proteina lega il ferro impedendo pertanto lo sviluppo di batteri, funghi, parassiti e virus che hanno bisogno di di ferro per il loro metabolismo, spt i germi patogeni intestinali. La lattoferrina, pertanto, ha un potente effetto inibente sulle infezioni poiché favorisce la crescita della flora batterica buona, la quale non è ferro dipendente (Döderlein etc). La lattoferrina ha inoltre potente attività inibitoria verso molti virus.
In sostanza, la lattoferrina inibisce la colonizzazione delle superfici mucose da parte di batteri, funghi, parassiti e virus, evitando la penetrazione all'inteno delle cellule di tali agenti patogeni.
- mommy
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Re: Posologia Elleeffe
Lun 06 Feb 2012, 10:06
Comprato tutto (elleeffe, candideo, nutriflor e compagnia bella)...da oggi inizio con questa cura seguendo i vostri consigli, ho solo un'ultima domanda: quando si dovrebbero vedere significativi cambiamenti? So che ognuno di noi assorbe e reagisce in maniera diversa ma è solo per capire cosa mi devo aspettare.
Tipo se dopo due mesi non si è mosso nulla che devo fare? Sono in paranoia pesante perchè sono due anni che non riesco ad avere rapporti e chiedere al mio compagno di aspettare ancora chissà quanto mi fa sentire veramente una m....
Lui aspetta, comprende, mi aiuta, ma io comunque ho anche questo grosso senso di colpa.
Non pretendo di avere la bacchetta magica che con un "tic" risolve tutto, ma almeno arrivare ad avere un rapporto anche una volta sola per me sarebbe un miracolo!
Tipo se dopo due mesi non si è mosso nulla che devo fare? Sono in paranoia pesante perchè sono due anni che non riesco ad avere rapporti e chiedere al mio compagno di aspettare ancora chissà quanto mi fa sentire veramente una m....
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- Frens
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Lun 06 Feb 2012, 15:47
ciao mommy qui sei OT però puoi scrivere nella tua storia personale ma ti anticipo che la domanda che poni è troppo difficile e complessa perchè ti si possa rispondere.
anche se curandosi bene ho visto che quasi tutte riescono ad avere rapporti
anche se curandosi bene ho visto che quasi tutte riescono ad avere rapporti
- Aida Blanchett
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INCI elleffe crema ❖ Vulvodinia.info
Mar 08 Mag 2012, 10:02
Nota importante: Vorrei segnalare l'INCI della crema Elleeffe:
Lattoferrina al 4%, acqua, vasellina filante, alcolcetilstearillico, alcolcetilico, marchol 102, cetomacrogol bp1000, imidazolinurea, prevan bromopol, edta tetrasodico.
che non è affatto il massimo per noi, anzi! Quindi il mio consiglio è: niente applicazioni di questa crema e usate solo le compresse!
Lattoferrina al 4%, acqua, vasellina filante, alcolcetilstearillico, alcolcetilico, marchol 102, cetomacrogol bp1000, imidazolinurea, prevan bromopol, edta tetrasodico.
che non è affatto il massimo per noi, anzi! Quindi il mio consiglio è: niente applicazioni di questa crema e usate solo le compresse!
- Elettra
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Mar 15 Mag 2012, 18:48
Aida scusa la domanda stupida ma la crema Elleffe come deve essere applicata?? Solo sulla mucosa esterna o inserita in vagina? Perchè guardando la confezione non mi pare ci siano applicatori interni...
- Aida Blanchett
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Mar 15 Mag 2012, 22:00
Elettra: l'ho già scritto: evitate questa crema. In passato l'ho consigliata su questo forum ma oggi non mi sento più di farlo a causa dell'INCI. È sufficiente la prevenzione con la lactoferrina orale
- Elettra
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Mar 15 Mag 2012, 22:06
Uffh... avessi letto meglio avrei risparmiato 16 euro perchè l'ho ordinata proprio oggi! il fatto è che mi sono fissata con lo schema d'attacco...finendo per trascurare il resto degli aggiornamenti! Mea culpa.
- Aida Blanchett
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Mar 15 Mag 2012, 22:23
Mea culpa Edera: mi sono dimenticata di toglierla da lì! Grazie Fa nulla, visto che appunto ancora fino a poco tempo fa la consigliavo anche io: usala e poi stop (ma se vedi che ti dà noia lasciala perdere)
- Piccola78
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Fermenti con lattoferrina
Dom 18 Gen 2015, 10:20
Anche xflor fermenti contiene lattoferrina, io li ho presi per un po' e mi trovavo bene.
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Mer 04 Feb 2015, 23:40
Confermo! Xflor integratore l'ho usato a lungo quando avevo la Candida. Esiste in bustine e in capsule. Io ho sempre usato le capsule perché le preferisco e costano anche meno
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- Piccola78
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Gio 05 Feb 2015, 09:46
Io le bustine..erano buone!!
- camomillaemiele
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Re: Lattoferrina ❖ Vulvodinia.info
Mar 02 Ago 2016, 17:28
Scusate ma il lenicand contenente lattoferrina può essere concepito anche come ovulo vaginale da usare in caso di candida acuta secondo voi?
Nello schema d' attacco c'è ma non ho capito se è solo Os o se via vaginale anche!
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