- Aida Blanchett
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Tutti i consigli vanno seguiti sotto la propria respons-abilità e valutati col proprio medico curante, al quale nessuno senza gli stessi titoli e autorizzazioni può legalmente ed eticamente sostituirsi.
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Allodinia: dolore dovuto ad uno stimolo che normalmente non provoca dolore • VULVODINIA.INFO
Lun 13 Dic 2010, 07:25
Allodinìa
dolore dovuto ad uno stimolo che normalmente non provoca dolore
Nota: Il termine allodinìa fu introdotto originariamente per distinguere dall’iperalgesia e dall’iperestesia [www.vulvodiniapuntoinfo.com/allodinia-f105/conoscenza-della-terminologia-algologica-t286.htm ] le condizioni osservate in pazienti con lesioni del sistema nervoso, in cui il tatto, la pressione leggera o il freddo o il caldo moderati provocano dolore quando applicati alla cute apparentemente normale. Allo significa «diverso» in greco ed è un prefisso comune per condizioni mediche che differiscono da quelle attese. Odynia deriva dalla parola greca «odune» (od «odyne»), che viene impiegata in «pleurodinia» e «coccigodinia» ed ha un significato simile alla radice da cui derivano le parole che contengono il suffisso -algia o -algesia. Il termine allodinia fu suggerito in seguito alla discussione con il Professor Paul Potter del Dipartimento di Storia della Medicina e delle Scienze della University of Western Ontario.
Le parole “alla cute normale” sono state impiegate nella definizione originale, ma in seguito sono state omesse per togliere qualunque suggerimento che allodinia si riferisse solo al dolore riferito. Originariamente, inoltre, lo stimolo che causa dolore era descritto come «non nocivo». Comunque, uno stimolo può essere nocivo in alcuni momenti e non esserlo in altri, ad esempio con la cute intatta e la cute con ustione solare, ed ancora, i confini dello stimolo nocivo possono essere difficili da definire. Dal momento che la Commissione ha mirato a fornire termini di uso clinico, non sarebbe opportuno definirli mediante il riferimento a caratteristiche fisiche della stimolazione, es. pressione in kiloPascal per centimetro quadrato. Inoltre, perfino nella cute intatta vi è scarsa evidenza che, in un modo o nell’altro, un forte pizzicotto doloroso ad una persona normale danneggi o meno il tessuto. In accordo con quanto detto, si è ritenuto preferibile definire l’allodinia in termini di risposta a stimoli clinici e puntualizzare che la risposta normale allo stimolo quasi sempre potrebbe essere testata in un altro punto del corpo, di solito in una parte corrispondente. In aggiunta, si è usato il termine allodinia per applicarlo alle condizioni che possono determinare sensibilizzazione della cute, es. scottature solari, infiammazione, trauma.
http://www.ildoloredianna.org/allodinia.htm
Nota: Il termine allodinìa fu introdotto originariamente per distinguere dall’iperalgesia e dall’iperestesia [www.vulvodiniapuntoinfo.com/allodinia-f105/conoscenza-della-terminologia-algologica-t286.htm ] le condizioni osservate in pazienti con lesioni del sistema nervoso, in cui il tatto, la pressione leggera o il freddo o il caldo moderati provocano dolore quando applicati alla cute apparentemente normale. Allo significa «diverso» in greco ed è un prefisso comune per condizioni mediche che differiscono da quelle attese. Odynia deriva dalla parola greca «odune» (od «odyne»), che viene impiegata in «pleurodinia» e «coccigodinia» ed ha un significato simile alla radice da cui derivano le parole che contengono il suffisso -algia o -algesia. Il termine allodinia fu suggerito in seguito alla discussione con il Professor Paul Potter del Dipartimento di Storia della Medicina e delle Scienze della University of Western Ontario.
Le parole “alla cute normale” sono state impiegate nella definizione originale, ma in seguito sono state omesse per togliere qualunque suggerimento che allodinia si riferisse solo al dolore riferito. Originariamente, inoltre, lo stimolo che causa dolore era descritto come «non nocivo». Comunque, uno stimolo può essere nocivo in alcuni momenti e non esserlo in altri, ad esempio con la cute intatta e la cute con ustione solare, ed ancora, i confini dello stimolo nocivo possono essere difficili da definire. Dal momento che la Commissione ha mirato a fornire termini di uso clinico, non sarebbe opportuno definirli mediante il riferimento a caratteristiche fisiche della stimolazione, es. pressione in kiloPascal per centimetro quadrato. Inoltre, perfino nella cute intatta vi è scarsa evidenza che, in un modo o nell’altro, un forte pizzicotto doloroso ad una persona normale danneggi o meno il tessuto. In accordo con quanto detto, si è ritenuto preferibile definire l’allodinia in termini di risposta a stimoli clinici e puntualizzare che la risposta normale allo stimolo quasi sempre potrebbe essere testata in un altro punto del corpo, di solito in una parte corrispondente. In aggiunta, si è usato il termine allodinia per applicarlo alle condizioni che possono determinare sensibilizzazione della cute, es. scottature solari, infiammazione, trauma.
http://www.ildoloredianna.org/allodinia.htm
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VULVODINIA.INFO ONLUS non è e non può essere ritenuto in alcun modo responsabile dei contenuti dei messaggi presenti nel Forum, scritti e inviati autonomamente dagli Utenti sotto loro piena e totale respons-abilità.
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Re: Allodinia: dolore dovuto ad uno stimolo che normalmente non provoca dolore • VULVODINIA.INFO
Lun 13 Dic 2010, 07:26
Dolore: Una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata ad un danno tessutale reale o potenziale, o descritto come tale.
Nota: Il dolore è sempre soggettivo.Ogni individuo impara nell'infanzia l'applicazione del termine attraverso le esperienze correlate a lesioni. I biologi riconoscono che quegli stimoli che causano dolore sono responsabili di danno tessutale. In accordo con quanto detto, il dolore è quell'esperienza che si associa a danno tessutale reale o potenziale . Si tratta indiscutibilmente di una sensazione in una o più parti del corpo, ma è anche sempre spiacevole e quindi è anche un 'esperienza emotiva. Le esperienze che assomigliano al dolore ma che non sono spiacevoli, es. punzecchiamento, non dovrebbero essere chiamate dolore. Anche esperienze anormali sgradevoli (disestesie) possono essere dolore, ma non lo sono necessariamente, perchè soggettivamente possono non avere le caratteristiche sensoriali solite del dolore.
Molte persone riferiscono dolore in assenza di danno tessutale o di qualche verosimile causa fisiopatologica; solitamente questo si verifica per motivi psicologici. Generalmente non c'è modo di distinguere queste esperienze da quelle dovute a danno tessutale se consideriamo il racconto soggettivo. Se queste persone considerano la loro esperienza come dolore e la riportano nello stesso modo del dolore causato da danno tessutale, si dovrebbe accettarla come dolore. Questa definizione evita di associare il dolore allo stimolo. L 'attività indotta da uno stimolo nocivo nel nocicettore e nelle vie nocicettive non è dolore, che è sempre uno stato psicologico, anche se si può ben apprezzare che il dolore ha più frequentemente una causa fisica prossima.
[Il dolore di Anna]
Nota: Il dolore è sempre soggettivo.Ogni individuo impara nell'infanzia l'applicazione del termine attraverso le esperienze correlate a lesioni. I biologi riconoscono che quegli stimoli che causano dolore sono responsabili di danno tessutale. In accordo con quanto detto, il dolore è quell'esperienza che si associa a danno tessutale reale o potenziale . Si tratta indiscutibilmente di una sensazione in una o più parti del corpo, ma è anche sempre spiacevole e quindi è anche un 'esperienza emotiva. Le esperienze che assomigliano al dolore ma che non sono spiacevoli, es. punzecchiamento, non dovrebbero essere chiamate dolore. Anche esperienze anormali sgradevoli (disestesie) possono essere dolore, ma non lo sono necessariamente, perchè soggettivamente possono non avere le caratteristiche sensoriali solite del dolore.
Molte persone riferiscono dolore in assenza di danno tessutale o di qualche verosimile causa fisiopatologica; solitamente questo si verifica per motivi psicologici. Generalmente non c'è modo di distinguere queste esperienze da quelle dovute a danno tessutale se consideriamo il racconto soggettivo. Se queste persone considerano la loro esperienza come dolore e la riportano nello stesso modo del dolore causato da danno tessutale, si dovrebbe accettarla come dolore. Questa definizione evita di associare il dolore allo stimolo. L 'attività indotta da uno stimolo nocivo nel nocicettore e nelle vie nocicettive non è dolore, che è sempre uno stato psicologico, anche se si può ben apprezzare che il dolore ha più frequentemente una causa fisica prossima.
[Il dolore di Anna]
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