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Mar 26 Ott 2010, 00:36

Allodinia

L’allodinia è
“il dolore dovuto ad uno stimolo che normalmente non provoca dolore” [IASP 1994]. Essa è, in altre parole, la falsa identificazione dello stimolo, nel senso che lo stimolo (non algogeno) e la risposta (dolore) hanno qualità differente. Questo aspetto è peculiare di qualsiasi espressione allodinica: da quella nel dolore cutaneo da lesione tessutale dove il tatto evoca dolore a quella nel dolore centrale dove questa peculiarità è talmente esasperata che, in presenza di un apparato dolorifico avariato, non solo il tatto ma anche l’udito e la vista evocano dolore.

  La definizione proposta inizialmente dalla IASP [1980] prevedeva che, per provocare l’allodinia, lo stimolo che normalmente non provoca dolore fosse applicato “sulla cute normale": se la cute non era normale (vale a dire se era sede, per esempio, di un processo flogistico), l’eventuale “distorsione della sensibilità” non poteva essere definita allodinia. Il concetto di allodinia come cambiamento delle caratteristiche qualitative della sensazione è diventato più chiaro dopo che la IASP ha eliminato la precisazione “sulla cute normale”. Includendo quella precisazione, infatti, il dolore provocato toccando la cute ustionata non può essere considerato allodinia perché la cute non è normale: in questo caso, però, non è adeguata neppure la definizione “iperalgesia” perché il tatto non è uno stimolo normalmente doloroso. Su queste premesse, quindi, il dolore provocato toccando la cute ustionata, paradossalmente, non può essere definito. Si consideri, però, che in un primo tempo il termine allodinia fu introdotto per distinguere l'iperestesia cutanea nel dolore tessutale (iperalgesia) da quella nel dolore neuropatico (allodinia): quindi, l’allodinia, era considerata patognomonica del dolore neuropatico. Alla luce delle recenti precisazioni semantiche, non ci si deve più lasciare suggestionare dall'idea che l'iperalgesia riguardi il dolore tessutale e l'allodinia quello neuropatico. Quel che caratterizza l'allodinia è che il dolore è prodotto da uno stimolo che normalmente non lo evoca, per cui essa è una definizione clinica senza implicazioni patogenetiche. L'allodinia può essere riscontrata sia nel dolore tessutale che in quello neuropatico e non è patognomonica di quest'ultimo. Infatti, è esperienza comune che lo sfioramento della cute affetta da un banale eritema solare sia doloroso: in questo caso si ha un dolore provocato da uno stimolo (tattile) che normalmente non evoca dolore e la condizione può definirsi allodinia. Per la stessa ragione è allodinia il dolore provocato dalla medicazione di una ferita cutanea: il disinfettante applicato alla cute normalmente non evoca bruciore mentre lo stesso preparato applicato su una ferita lo evoca. Sulla stessa linea di pensiero sono espressioni allodiniche anche alcune dispercezioni sensoriali come la fotofobia e la fotofobia.
Topograficamente, l’allodinia può essere “superficiale” (evocata ed avvertita sulla cute e le mucose) o “profonda” (evocata ed avvertita nei tessuti profondi somatici e viscerali). Esempi di allodinia superficiale sono nel dolore tessutale le aree di cute ustionata e nel dolore neuropatico le trigger areas della nevralgia del trigemino, le aree cutaneo-mucose ipersensibili della nevralgia post-herpetica e le aree ipersensibili corrispondenti ai neuromi da amputazione. Esempi di allodinia profonda sono un focolaio di frattura ossea, un trigger point miofasciale ed un viscere infiammato. Quando la palpazione di un viscere evoca dolore, si è in presenza di un’allodinia profonda e, parimenti, si è in presenza di allodinia profonda quando il cibo riacutizza il dolore proveniente dallo stomaco! A sua volta, l’allodinia superficiale può essere qualitativamente distinta in allodinia “meccanica” (prodotta da stimoli meccanici non nocicettivi applicati su un tessuto, specie la cute) e “termica” (provocata da stimoli termici, caldi e freddi, non nocicettivi applicati sulla cute). In subordine, l’allodinia meccanica può essere “dinamica” (Abeta-mediata) quando lo stimolo consiste nello sfregamento della pelle, attuato con il bordo di una compressa di garza o “statica” (C-mediata) quando lo stimolo consiste nella digitopressione o nella pressione sulla cute di un oggetto puntiforme non acuminato quali i fili di Von Frey (non lo spillo). Infine, l’allodinia profonda è qualitativamente “meccanica dinamico-statica”: questa definizione deriva dalla difficoltà di stabilire se le stimolazioni dei tessuti profondi sono dinamiche o statiche.



Dolore nocicicettivo e dolore neuropatico


E’ dolore non nocicettivo quello che non è prodotto dall’eccitazione dei nocicettori. Spesso questa definizione è usata per indicare il dolore neuropatico ed il dolore psicogeno: mentre nel secondo caso è sicuramente appropriata, nel primo il suo uso è discutibile perché non utto il dolore neuropatico ha la caratteristica di essere non nocicettivo. Infatti, quando il dolore neuropatico è prodotto dall’eccitazione del neuroma da amputazione (o, per meglio dire, dei “neorecettori” presenti negli sprouts che costituiscono i neuromi) o nelle zone dismielinosiche delle fibre nervose, è poco corretto affermare che esso è dolore non nocicettivo. In questi casi, una nocicezione viene effettivamente condotta lungo la fibra, ancorché prodotta con un meccanismo e in una sede non fisiologici. Questi dolori, anziché non nocicettivi, sono più correttamente da definirsi “disnocicettivi”, vale a dire sostenuti da una nocicezione anomala per meccanismi di produzione e per sede di produzione (nocicezione ectopica).



Disestesia


La disestesia consiste in “strane” ed “anormali” sensazioni, fastidiose o francamente dolorose. In realtà, molti pazienti non definiscono come dolorose le percezioni disestesiche ma semplicemente come “strane” e “fastidiose”: i pazienti che hanno la capacità di riferisrsi a paragoni astratti, le definiscono come “vetri sotto pelle”, “punture multiple”, “stiramenti”, gli altri le reriferiscono come “sensazioni sgradevoli non definibili a parole” e questi ultimi sono quelli che, per comunicare un concetto che non sono in grado di astrarre, assimilano le disestesie al dolore. In ogni caso, la maggior parte dei pazienti, riconoscendole come “anormali”, affermano che si tratta di sensazioni mai sperimentate in precedenza. Non si confondano la disestesia con l’allodinia e non si usino come sinonimi i due termini. In realtà, quando si sfiora la cute allodinica si produce un dolore con carattere disestesico ma l’allodinia è la distorsione sensitiva prodotta da uno stimolo normalmente non doloroso mentre la disestesia è un’esperienza soggettiva spontanea o provocata.
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